Il diluvio della violenza coniugale nella messa in scena di Elena Serra

In una sala bellissima, dal soffitto affrescato, quattro figure appaiate, attori in atteggiamento statuario, davanti ad un sontuoso camino, spento. Si accenderà metaforicamente nel deflagrare della pièce che procede graduale verso il diluvio. 

Si tratta di “Scene di violenza coniugale. Atto finale” di Gérard Watkins, con la regia di Elena Serra. Teatro di prossimità, che accade a pochi centimetri dagli spettatori, distribuiti su quattro lati della stanza, seduti, silenti, concentrati. Teatro per gli occhi e l’udito, perché parte dell’azione avviene nelle due stanze contigue dunque non si vede ma si sente e si immagina, ferocemente. Spettatori che guardano e sono guardati in viso ma non sono chiamati a partecipare. Come succede nella vita. Spettatori che osservano uno squarcio verosimile di realtà e come accade nella maggior parte degli istanti delle nostre esistenze, sono e siamo indifferenti, non reagiamo, non interagiamo. La storia che incarnano questi attori, bravi, intensi, aderenti ai ruoli, è di per sé avvincente, pregna di risvolti misteriosi e cattivi. Due coppie eterosessuali. Caratteri e vicende radicalmente diverse. In comune la complessità e patologia dei rapporti. Le coppie si incrociano visitando un appartamento in cui desiderano entrambe convivere. E’ un momento fuggevole, in cui i personaggi a loro volta esprimono la reciproca indifferenza, così il sentimento si rimpalla e amplifica. Poi ciascuno per la sua china. Annie e Pascal, Liam e Rachida. Una ragazza madre, un artista geloso e iracondo, una donna fragile e succube e innervosente, un ménage che si sgretola, con la violenza che si insinua in ogni spiraglio, una semplice necessità di arginare la solitudine, il vuoto.

 Dall’altra una ragazza intraprendente e indipendente, una ragazzo sbruffone e insicuro che ancora soffre per la mancanza d’amore patita durante l’infanzia, l’esigenza di essere al centro e, nel vorticare delle contraddizioni, tracima la legge del più forte, anche qui, implodendo autodistruttiva.

 Relazioni affilate, esatte, denudate con sagacia. La pièce non ha un luogo deputato, può essere su palco o in stanze auliche. Cambiano leggermente le sensazioni ma l’impatto, forte, resta. Nella crudezza delle parole e nell’azzuffarsi dei corpi, che lasciano vincente il teatro nella sua forma originaria, spogliata e pura. Si confida in una bella tournée.

Maura Sesia

SCENE DI VIOLENZA CONIUGALE. ATTO FINALE”

di Gérard Watkins

traduzione Monica Capuani

con Roberto Corradino, Clio Cipolletta, Aron Tewelde, Annamaria Troisi, Elena Serra

regia Elena Serra

spazio scenico Jacopo Valsania

progetto sonoro Alessio Foglia

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro di Dioniso / PAV con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe – Beyond Borders?

GALLERIA FRANCO NOERO (Piazza Carignano 2, Torino)

dal 20 al 31 gennaio 2020 – Prima nazionale

dal 12 al 17 marzo 2020 Casa Cuocolo/Bosetti via Ariosto 85 Vercelli

Share the Post:

Leggi anche