Francesco Barra: “Il mio Gustav Kubizek
e il suo amore pericoloso ed innocente”

E’ pronto a portare in scena un personaggio mis-conosciuto, August Kubizek, cui darà voce e corpo al Teatro Elicantropo di Napoli, dal 4 al 7 novembre. Francesco Barra è a un punto cruciale della sua giovane (ma non giovanissima) carriere: “In effetti – ammette – ho cominciato prestissimo, a 11 anni, con “Miseria e nobiltà” diretto da Armando Pugliese. Una partenza al fulmicotone, proprio con Imma Villa, che ora, scherzi del destino, vado a trovare… a casa sua”.

I ricordi sono lontani, ma vivi: “Per me era tutto un gioco – rammenta – e invece il discorso era serissimo. E lo divenne ancor di più quando mi trasferii per tre anni a Roma, all’Accademia Cassiopea con Tenerezza Fattore. L’indirizzo olistico di questa scuola mi ha conferito una grande apertura mentale. Anni durissimi, formativi, dirompenti e destrutturanti. Il ritorno a Napoli, e nello specifico a Cardito, è stato un piccolo trauma”.

Eppure, proprio a Napoli arriva la chance di interpretare “Scatti” di Pippo Cangiano al Tram, “una vera e propria vetrina in cui ogni singolo attore poteva dare il meglio di sé. Una palestra di lusso che ricordo con grande piacere”.

Tra le esperienze indimenticabili, recitare a New York: “Come dimenticare “Il cielo sta per cadere”, diretto da Maria Grazia Cipriani e tratto da Le Troiane di Euripide? Era il Saggio della Cassiopea, e lo abbiamo portato anche al Del Carretto di Lucca. Ma anche “Nell’anima non ho un capello bianco”, con i versi meravigliosi di Vladimir Majakovskij per la regia di Tenerazza Fattore, fino naturamente ad “Adolf prima di Hitler”, per la regia di Diego Sommaripa”.

L’approccio a questo personaggio non è stato semplice: “Amo interpretare personaggi storici. Ma qui parliamo di un uomo che s’innamorò di un ragazzino che poi sarebbe divenuto Adolf Hitler. Mica facile. Anche perché mi accorgo che non mi è semplice trasferire sulla scena gli approfondimenti che faccio sul testo, in questo caso tratto proprio dalla sua autobiografia. Una sfida bellissima”.

Il pregio che Francesco si riconosce è la grande energia, che in effetti traspare anche nella vita di tutti i giorni, mentre in futuro, lungi da tentazioni registiche, si vede magari nel ruolo del produttore. “Dico grazie ai miei genitori – confessa – che pur vedendomi in tenerissima età già su un palco – rischio non da poco – hanno percepito la bellezza di questo mestiere. Certo, non è tutto rosa e fiori. Le critiche devo prima digerirle bene, prima di metabolizzarle e farne tesoro. Ed ho il terrore di non capire cosa mi chiede il regista, e risultare tecnico, freddo, o peggio ancora mediocre. E’ per questo che amo eccellenza come Elio Germano, ma anche giovani attori come Mariano Di Palo, su cui scommetterei”.

Intanto, per questo talentuoso ragazzo classe ’97, arriva una nuova sfida: “Non ho paura, mi sostiene l’entusiasmo e la curiosità. Siamo stati troppo tempo fermi, per permetterci il lusso di frenare”.

Antonio Mocciola

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