“Fa’afafine: Mi chiamo Alex e sono un dinosauro”

Al Teatro di Rifredi lo spettacolo di Giuliano Scarpinato, vincitore Eolo Awards 2016-

Gomme alla fragola, pesci rossi dalla memoria corta che rammentano solo cose belle, infusi magici che migliorano il carattere delle persone, tucani colorati e tigri che non mordono, e per finire l’aria che profuma di marshmallow. Sono questi gli ingredienti essenziali che si respirano nella camera di Alex White, acclamato protagonista di “Fa’afafine”, in scena al Teatro di Rifredi sabato 18 e domenica 19 febbraio. A vestire i panni di questo irresistibile personaggio, un bravissimo Michele Degirolamo, che ha dato corpo e voce alle pensate escogitate da Alex, al suo mondo sincero ed innocente che non conosce confini, perché nella sua stanza c’è spazio per tutto: mare e montagna, sole e luna, pesci ed uccelli, barbie spettinate come la sua amica Cartiga, palloni di gomma e foto di modelle bielorusse, scarpe da ginnastica nei giorni dispari e decolté tacco 12 nei giorni pari.

E’ questo che racconta “Fa’afafine”, la storia di un bambino alla scoperta di sé e della sua identità. Un tema particolarmente difficile, spesso vittima di pregiudizi ed ignoranza che affronta la questione con straordinaria delicatezza e sensibilità, utilizzando un linguaggio chiaro ed onesto, come solo i giovani come Alex sanno fare. E quando per lui arriva un giorno importante, che lo vede coinvolto nella scelta di dire al suo amico Elliot che gli vuole bene  in un modo speciale, ecco che tutto il mondo fuori dalla sua stanza si ferma. Il suo letto è una zattera, poi un aereo, un castello e anche una navicella spaziale pronta a trasferirsi altrove, ma solo dopo aver deciso cosa indossare per l’appuntamento: il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana hawaiana? Pur avendo sempre le idee molto chiare su ciò che vuole essere, l’attesa lo rende vulnerabile, perché forse è innamorato per la prima volta, e sente che vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri.

Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori, che comunicano con lui dal buco della serratura, singolarmente realizzato in un originale videomapping, che li fa sembrare onnipresenti sul palcoscenico. Ma è proprio Alex a dettare le regole del gioco e a tenerli fuori dal suo fantastico guscio, perché teme non possano capire, e probabilmente è vero, o almeno lo è stato, fino ad un certo punto. Dopotutto nessuno ha spiegato a Susan e Rob come ci si comporta con un bambino così speciale; hanno pensato che fosse un problema, hanno perfino creduto di doverlo cambiare, sentendosi inizialmente preoccupati per non avere un figlio conforme, criticato a scuola e al parco, ma incommensurabilmente vero e talmente brillante da trovare la soluzione per far felici tutti: partire per Samoa, la terra degli ‹‹Fa’afafine››, coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro e ai quali la società non impone una scelta, ma offre considerazione e rispetto come a chiunque altro. Così Alex non solo smetterebbe di sentirsi strano, ma potrebbe vivere pacificamente con Elliot o con Cartiga, facilitando l’esistenza di Susan e Rob, seppur rinunciando alla loro presenza per un sogno più grande.

Ottenendo non pochi riconoscimenti per il coraggio e l’accuratezza con cui viene affrontato questo importante soggetto dell’educazione alla diversità, come, tra i tanti, il Premio Infogiovani 2015 – FIT Festival Lugano e quello Scenario Infanzia 2014, Alex ci proietta in una realtà parallela, ingenua e potente, dove la fantasia e i desideri di un bambino si contrappongono alla paura e ai preconcetti degli adulti. Sfidando se stesso e il sapere egoista di chi gli sta intorno e si reputa più saggio di lui, nel rispetto della conformità e delle norme sociali, Alex diversamente dai grandi non delibera sentenze pretenziose, ma ci ricorda che essere se stessi non può fare che bene, insegnandoci un tempo dell’amore e l’arte dei suoi uccelli migratori: ‹‹muoversi tutti insieme per non perdersi››.

Firenze – TEATRO DI RIFREDI, 19 febbraio 2017.

Mara Marchi

FA’AFAFINERegia: Giuliano Scarpinato; Produzione: CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG Teatro Biondo Stabile di Palermo; Scenografia: Caterina Guia; Assistente scene e Costumi: Giovanna Stinga; Luci: Giovanna Bellini; Visual Media: Daniele Salaris; Illustrazioni: Francesco Gallo; Interpreti: Michele Degirolamo, Giuliano Scarpinato, Gioia Salvatori.

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