“Discorsi alla Nazione”: l’ipocrisia democratica

Ascanio Celestini - Discorsi alla NazioneLo stile di Ascanio Celestini non mente, è sempre diretto e riesce a dipingere con grande ironia la realtà nei suoi mille paradossi. Con fare provocatorio il performer romano insiste su temi a lui cari, quali la falsa democrazia e la “disumanità” umana.

Nello spettacolo “Discorsi alla nazione” Celestini si mette nei panni di un tiranno qualsiasi, uno dei tanti che si sono avvicendati al “trono democratico” della nostra folle Italia. Un paese che è vissuto sempre sotto un regime, senza rendersene conto, in cui la classe dominante non ha mai smesso di esercitare la sua egemonia. Un popolo alienato nel suo destino, cieco di fronte ai soprusi e agli inganni, per cui anche i concetti più proletari e populisti sono intrisi di menzogna e dispotismo. La rappresentazione consta di tre momenti, ben distinti tra loro: nella premessa l’attore riflette insieme al suo pubblico sulla questione politica e sociale, delineando le contraddizioni e le illusioni in cui gli uomini continuano ancora oggi a cadere; nella parte centrale interpreta alcuni abitanti di un palazzo condominiale e tramite il racconto di un incidente ne rivela le brutture, il cinismo e l’opportunismo; nella parte finale Celestini si mette nei panni del tiranno, insulta compiacente i suoi cittadini, li umilia e ne svela, così, la completa ottusità.

Se nelle parti iniziale e conclusiva Celestini mantiene l’attenzione su di sé, usando il suo solito tono dissacrante e particolarmente accattivante, risulta piuttosto debole il centro, con un plot poco interessante. Anche i personaggi che interpreta stavolta non convincono. Da un artista del suo calibro, con la lingua velenosa e dalle argomentazioni sincere, ci aspettavamo qualcosina di più. Lo si perdona proprio sul finale perché nel suo “discorso alla nazione” emerge un’analisi storico-sociale puntuale e lucida: il tiranno, nel parlare al suo popolo, infatti, evidenzia come gli uomini siano tutti carnefici di loro stessi, capaci di creare le teorie su cui si basa la loro sottomissione e di dar vita a concetti che li privano dei loro diritti. Un gregge che non sa destreggiarsi senza il suo padrone, a cui si ribella solo per far scena, ma di cui ha estremo bisogno.

DISCORSI ALLA NAZIONE  Regia: Ascanio Celestini; Autore:Ascanio Celestini; Interpreti:Ascanio Celestini.

Firenze – TEATRO PUCCINI, 8 novembre 2013

Mariagiovanna Grifi

 

 

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