Generazioni di ragazzine – da quelle nate sul finire degli anni ’70 a coloro nate negli anni ’80 e ’90 – sono cresciute guardando e sognando con e attraverso Dirty dancing. Il film datato 1987 partì da un budget ridotto e con attori non famosissimi (Patrick Swayze e Jennifer Grey), divenne un successo mondiale. La pellicola ha guadagnato oltre 214 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo film a vendere più di un milione di copie in home video, ha vinto Oscar, Golden Globe e Grammy Awards. Affrontare quindi la materia Dirty dancing significa toccare un’icona di generazioni di adolescenti, un’icona che non è lontana dal divenire mito.
Nel 2004 questo favola cinematografica sbarca come musical sulle tavole del palcoscenico australiano del Theatre Royal di Sidney col titolo Dirty Dancing: The Classic Story on Stage. Prodotto da Jacobsen Entertainment è stato scritto dalla stessa autrice del film Eleanor Bergstein e presenta le stesse canzoni della pellicola, con l’aggiunta di alcune scene inedite. Il successo mondiale anche della versione teatrale è stato quasi immediato: Amburgo, Londra, Berlino, Toronto, Boston, Chicago, Utrecht, Cape Town e si potrebbe ancora continuare. In questi giorni il musical ha raggiunto anche la scena partenopea. La città è tappezzata di cartelloni rosa shocking con l’immagine di Baby e Johnny che ballano realizzando la tanto difficile “presa”, non vi è menzione di regista o interpreti, si vende il mito e il sogno…null’altro.
La messinscena infatti è del tutto fedele alla versione cinematografica ma questa fedeltà non fa altro che penalizzare il mondo della scena per il quale sarebbero stati più che necessari una rilettura e un adattamento della sceneggiatura. La mania di voler riprodurre pedissequamente il villaggio vacanze fa sì che non ci sia spazio sul palco e gli attori hanno pochissima autonomia di movimento, considerando che si tratta di un musical non si può parlare dunque di veri e propri balletti ma di simulazioni. La scena è costantemente affollata e caotica, poche canzoni interpretate, balli ridotti e soprattutto una recitazione affettata, scimmiottante e una regia assente.
Non si onora un mito se lo si priva di qualità ed eleganza.
Mariarosaria Mazzone
Teatro Augusteo 17/02/2018
Cast artistico
Sara Santostasi FRANCES “BABY” HOUSEMAN
Giuseppe Verzicco JOHNNY CASTLE
Simone Pieroni DR. JAKE HOUSEMAN
Federica Capra PENNY JOHNSON
Mimmo Chianese MAX KELLERMAN
Claudia Cecchini LISA HOUSEMAN
Lucia Cammalleri MARJORIE HOUSEMAN
Rodolfo Ciulla NEIL KELLERMAN
Samuele Cavallo BILLY KOSTECKI
Renato Cortesi MR. SCHUMACHER
Russell Russell TITO SUAREZ
Antonio Catalano ENSEMBLE/ROBBIE GOULD
Felice Lungo ENSEMBLE/MOE PRESSMAN
Paky Vicenti ENSEMBLE/JORDAN
Sonia Lynn Jamieson ENSEMBLE /VIVIEN PRESSMAN
Loredana Fadda ELISABETH
Daniela Ribezzo ENSEMBLE
Giulia Patti ENSEMBLE
Autori, cast tecnico e produzione
“Dirty Dancing, the classic story on stage” di Eleanor Bergstein
Adattamento di Alice Mistroni
Regia di Federico Bellone
Coreografie di Gillian Bruce
Supervisione Musicale di Simone Giusti
Scene di Roberto Comotti
Costumi di Marco Biesta e Marica D’Angelo
Disegno Luci di Valerio Tiberi
Suono di Armando Vertullo
Video e Proiezioni di Matteo Luchinovich e Virginio Levrio
Direzione Casting di Moira Piazza
Parrucche di Mario Audello
Produzione Esecutiva di Andrea Agostini