Daniel Ezralow “OPEN” our own soul.

Un direttore d’ orchestra apre un sipario virtuale, che lo spettacolo abbia inizio. Immediatamente si è travolti dalla musica; sembra essere stata scritta apposta per la performance ideata dall’eclettico Daniel Ezralow. Da Bach a Beethoven,  passando per Chopin, Debussy e Strauss, i ballerini, giovani, atletici, sinuosi danno vita a sorridenti quadri che rapidi si susseguono.Virtualmente escono da un pentagramma luminoso e da esso tutto comincia.

È un frenetico vivere quello che lo spettacolo mostra: uomini d’affari incuranti e distratti si muovono fra grattacieli luminosi, pannelli mobili simulano lo scorrere del tempo rapido e nevrotico. Tratti di comicità attraversano i volti giocosi dei ballerini.Daniel-Ezralow-al-teatro-vascello-di-Roma-con-Open-6

I siparietti si susseguono, un altro quadro di vita si affaccia sulla scena. Una coppia, un matrimonio, la tenerezza di una sposa che sulle note della “Danza delle ore” diventa un pugile. Sul ring i coniugi si affrontano in un match infinito, round dopo round fino allo stremo delle forze. Una divertente lotta che culmina sulle note di “Carmen” ove sposi marionette combattono giocosi sul corpo del danzatotore, che virtualmente ne tiene i fili.

Ezralow percorre un viaggio nell’umanità e lo spettatore con lui, i ballerini diventano la realizzazione virtuale di temi cari al coreografo.

Sulle note di Beethoven diventano alberi, si animano e come rami crescono. L’uomo e la terra, rapporto primordiale, inscindibile, origine e potenza di ogni cosa.

Dalla città alla natura  il percorso continua, gli uomini son ormai privi degli abiti, degli oggetti, di tutto quanto è suppellettile e pertanto superfluo.

Si spogliano di ogni cosa, tingono i volti di bianco e di nero, le forze originarie iniziano la lotta e la comunione. Un “tao”umano principia la sua danza: fisicità, attrazione, repulsione, amore e passione fra balzi e sorrisi, spinte e abbracci.

E all’improvviso l’essenziale si tinge di colore. I ballerini corrono veloci, si vestono e trasudano energia che travolge lo spettatore, un’ onda di positività, di speranza, di consapevolezza. Il desiderio di apertura (open) verso la felicità. Prendono i colori dell’ arcobaleno e rotolano, giocano, saltano fra le scene. Il supporto multimediale crea un effetto di sorpresa e stupore, quasi magico. Lo spettatore osserva estasiato e non vorrebbe altro che esser lì in quell’ universo di luce e colore

Ecco che i corpi nuovamente si spogliano, tornano ad esser purezza, nudità, essenza, fino quasi a smaterializzarsi, una pala meccanica ne raccoglie le “luninose” macerie. Non è certo la fine.

Daniel-Ezralow-al-teatro-vascello-di-Roma-con-Open-7Un’esplosione pop e si ritorna a danzare. Abbandonata la musica classica, in tuta e stivali si riprende a vibrare. I ballerini abbandonano il palco per la platea che, entusiasta, accompagna col battere delle mani questo ritmo jamaicano di spensieratezza e felicità.

Ezralow e la Spellbound dance company donano uno spettacolo fresco e gioviale dal quale si esce col sorriso, incantati e sospesi, desiderosi di preservare tutta l’infusione di gioia appena ricevuta.

Roma, teatro Vascello, 10 Aprile 2014

Elena Grimaldi           

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