“Bambola”, il limbo del possibile

Potremmo partire dalla fine. Da una curva presa volutamente a tutta velocità che svolta in dieci anni di coma: il limbo in cui Nicola (quasi irreprensibile ma frustrato marito e padre modello, uguale a mille altri, con la villetta a schiera e la macchina parcheggiata nel praticello antistante) vegeta, sognando quella vita antitetica che avrebbe voluto vivere o che forse ha vissuto. Non si sa. E conta poco saperlo perché mai come in questo caso il confine tra veglia e onirico, tra effettivo e immaginato (e desiderato) si mescola di continuo, inchiodandoti sì ad un forte principio di realtà ma divagando non senza sorprese negli spazi del possibile, del se, del forse.

E per rendere tutto questo con (la consueta) maestria, eleganza, sicurezza basta un solo attore: quel Gianni De Feo che ritrova in questo allestimento la preziosa penna di Paolo Vanacore, a riprova di un sodalizio più che felice per qualità della scrittura, versatilità attoriale ed eccellenti doti canore.

Chi si aspetta un omaggio a Patty Pravo, magari piatto e agiografico, resterà amareggiato: Strambelli c’è nei brani che si affacciano – sempre pertinenti e misurati – nel corpus narrativo, ma sono segni di interpunzione che legano e non interrompono. E neppure esclamano! Uniscono e fluidificano, giustificati da un rimorso e da un amore che il protagonista dichiara sin da principio: l’amore della sfortunata ed umile madre per la ragazza del Piper (unico e modesto lenitivo alla sofferenza di una vita da ultima) e il di lei rimorso per aver generato un’unica creatura non di sesso femminile. Nicoletta è dunque una frustrata proiezione materna, ma anche l’alter ego di un Nicola che vive consapevole la sua dualità femminile tra momenti di repressione e (forse) eccessi compensativi, fino all’illusione d’amore, porto sicuro a cui deciderà (o per lui il fato) di non ormeggiare.

Molto più facile a vedersi che a dirsi: in questo sta la forza e la precisione di questo spettacolo che racconta una vita come tante con ciò che manca alla vita di tanti: un tocco di magia e di sublime. “Bambola. La strada di Nicola” assesta con precisione eleganti colpi emozionali senza ricorrere allo stupefacente, grazie (ancora una volta) all’abilità del suo interprete: De Feo si candida all’ammissione in quel ristretto cenacolo di grandi attori (la cui grandezza è pressoché inversa alla celebrità d’accatto conferita dal mercato drogato delle fiction televisive e dei filmetti finanziati dai contribuenti), con tutti i pregi e i difetti che questo comporta. E resta il fascino di percepire quell’eterno dualismo attore/personaggio che in questo caso diventa confine che s’assottiglia via via che lo spettacolo prende corpo fino a scomparire. Entrambi navigano nei territori delle proprie vite possibili ed esprimono il bello di ciò che hanno voluto donarsi diventando un insondabile tutt’uno.

Francesco Giannotti

 

Teatro “Lo spazio” – Roma

30 – 31 marzo, 1 – 2 aprile 2023

“Bambola. La strada di Nicola” di Paolo Vanacore

regia Gianni De Feo

con Gianni De Feo

musiche originali e arrangiamenti Alessandro Panatteri

scenografia e costumi Roberto Rinaldi

luci Luca Vergoni

fonica Lorenzo Galliani

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