Una vita da antieroe

Il percorso artistico di Suarez (all’anagrafe Valerio Petrocchi) inizia nei primi anni del 2000, quando il rapper comincia a partecipare a svariati open mic e pubblica i suoi primi demo in rete. Nel 2004 conosce il rapper romano Lino (Lupi de Cinecittà) e a seguito di questo incontro i due fondano la Nacapito Crew. Nel 2005 Suarez, in seguito alla conoscenza di Vacca e dei vari membri del suo collettivo, entra a far parte dei Voodoo Smokers, che lascerà tre anni dopo a causa di tensioni con il rapper cagliaritano, da cui scaturisce un dissing. Nell’estate del 2011 esce l‘EP Antieroe: Nessun Potere, Troppe Responsabilità. Questo è il primo dei progetti in cui il rapper decide di curare l’intero progetto in completa autonomia, occupandosi della produzione dei beat, della registrazione delle tracce e del progetto grafico.

Nel 2012, grazie al supporto dell’etichetta Tak Production, pubblica il suo terzo album Essi Vivono, contenente il singolo Ass Kicker con Dj Drugo e collaborazioni con vari artisti di rilievo come Clementino, i Barracruda, Lino, Grezzo, Fetz Darko, Peggio, Mr P. e Metal Carter.

Il progetto Antieroe 2: 1,21 Gigawatt esce nel 2015 e rappresenta il secondo capitolo della saga Antieroe. Suarez cura nuovamente l’intero album, inserendo anche nel booklet un fumetto ideato e disegnato da lui. In questo album appaiono fra le varie collaborazioni il Danno ne “Il Tempo Che è Passato”, Dj Myke, Egreen in “Meglio Ieri”, Lucci, Il Turco, Supremo 73, Grezzo, Er Costa e Mystic One in “Sopra di me” e Chef Ragoo in “Voglia di vincere”.

Nel 2020 l’etichetta Tak Production cura la ristampa di Essi Vivono Expanded Edition, stampando un vinile in tiratura limitata in cui compare il remix del singolo “Io So Stanco”, diventato nel tempo un cult tra i fan del rapper. Dopo quasi venti anni dal suo esordio artistico, Suarez vanta numerose collaborazioni con molti personaggi di rilievo nella scena rap italiana ed esibizioni live in tutta Italia, durante le quali ha condiviso il palco anche con rapper di fama internazionale, come M.O.P., AZ, Afu-Ra, Sean Price, Psycho Realm, Masta Ace e Das EFX.

The Punisher” è il terzo capitolo della saga Antieroe, disponibile da martedì 1 marzo in digitale, cd e vinile per Time2Rap.

La saga inaugurata nel 2011 con “Nessun potere, troppe responsabilità”, è proseguita nel 2015 con “1,21 Gigawatt” per arrivare oggi a questo nuovo traguardo che completa e arricchisce il percorso artistico del cantante. Il significato del titolo rimanda ai contenuti del disco, allo stato d’animo dell’artista che prova un sentimento di rabbia nei confronti del sistema, un dissenso verso molti colleghi che non rendono giustizia alla vera cultura Hip-Hop. Il compito di questo “punisher” è quindi di difenderne e preservarne i veri valori.

Buongiorno Suarez. Come nasce The Punisher?

Nasce per la necessità di voler dire ciò che nessuno dice. Ogni volta che scrivo un pezzo penso a ciò che vorrei fosse detto; un concetto che non dice nessuno, o che non viene sottolineato abbastanza.

Ci racconti il tuo percorso.

Ascolto rap fin da quando ero piccolo.  Ho un fratello maggiore e uno zio che mi hanno indirizzato. Dopo qualche esperimento fallimentare, la mia vera carriera musicale è iniziata nei primi anni del 2000. Da lì ad oggi, tra progetti solisti, di gruppo, in coppia, ristampe, e da produttore, conto undici prodotti ufficiali a mio nome, centinaia di palchi, numerosissime collaborazioni, tante soddisfazioni, ma anche tante rotture di palle, delusioni e via dicendo. Amo alla follia tutto questo ed eccomi di nuovo in ballo.

Cosa rappresenta per te il rap?

É un mezzo. Personalmente tra i vari mezzi con cui mi esprimo, trovo che sia quello più efficace. Inoltre rappresenta una grandissima valvola di sfogo, sia in studio che su un palco dal vivo. Ormai fa parte di me: è un aspetto che non puoi scindere dalla mia persona.

Le tre canzoni della tua vita.

Per me è impossibile rispondere a una domanda del genere. Vado a periodi, ma c’è da dire che sono anche abbastanza “preistorico” a livello di gusti. “Enter the wu tang: 36 chambers” forse è l’album che ho ascoltato di più in assoluto, insieme a “Ready to Die” e “All eyez on me”. Se mi chiedi tre canzoni, ne prenderei una da ognuno di questi. Cosi a braccio ti direi “Tearz”, “Juicy” e “Shorty wanna be a thug”.

Come mai sei legato al concetto di antieroe? Perché oggi secondo te si esalta solo la figura dell’eroe?

Un eroe fa più comodo rispetto ad un antieroe. Oggi la massa ha questa predisposizione molto social che tende a volerci far passare per ciò che non siamo ma vorremmo essere; a sfoggiare prodotti che non possediamo; ad omettere o nascondere i nostri difetti. Quindi, di conseguenza, viene esaltato di più un eroe, che incarna una figura positiva.

Qual è il tuo film preferito.

Ritorno al futuro.

Come hai scelto gli “ospiti” che accompagnano il disco.

Ormai non li scelgo, posso dire che sono praticamente tutti amici con cui, per un motivo o per l’altro, capita di condividere qualcosa. Vedo il disco come un viaggio su un autobus in cui parto da solo, ogni tanto sale qualcuno con cui mi interfaccio, poi scende e sale un altro amico, e così fino a giungere a destinazione.

Se potessi scegliere un antieroe chi vorresti essere?

“A sto giro” come diciamo noi, ho scelto Frank Castle, il punitore della Marvel. Lui non segue regole, quando interviene lo fa per scelta, non ha nulla da perdere: ho trovato perfetto ricalcarne in parte le “abitudini”.

Come reputi il panorama attuale della musica presente in Italia?

Si bada tantissimo ai personaggi e molto molto meno alla musica. Vale per tutti i generi musicali e questo trend nel tempo è aumentato costantemente.

 

Ogni eroe alla fine diventa una seccatura.

Ralph Waldo Emerson

 

Valerio Molinaro

 

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