“Scende giù per Toledo” il sogno d’amore di Rosalinda Sprint

Arturo Cirillo regista ed interprete in un one man show tratto dal romanzo di Peppino Patroni Griffi

cirilloPubblicato nel 1975, “Scende giù per Toledo” di Giuseppe Patroni Griffi è il romanzo cult per più di una generazione, portabandiera della cultura che ora chiameremo queer , quando il termine transessuale non era ancora in auge e si utilizzava dire travestito, o a Napoli, lì dove è ambientato il romanzo, il più colorito femminiello . Rosalinda Sprint, la protagonista, è, per l’appunto, un femminiello, natura da donna in un corpo da uomo, che cerca di nascondere dietro trucchi ed abiti esageratamente vistosi, per raggiungere quel femminile che è il punto di riferimento di una vita fatta di illusioni, umiliazioni, violenze. Dalla casa a Montecalvario, i famigerati quartieri spagnoli, Rosalinda scende giù in via Toledo per vivere la città, aggredisce il mondo di ben pensanti con le sue mise provocanti, i capelli decolorati con la Camomilla Schultz, e, nonostante le continue disillusioni inflittale dalla vita, è in costante ricerca del principe azzurro, l’uomo il cui amore potrebbe riscattarla dallo squallore che la circonda. E così il cliente Gaetano o il cugino Gennaro rappresentano quell’ àncora a cui appigliarsi, ma anche da loro non riuscirà ad ottenere che violenza e l’agognato viaggio in Inghilterra si presenterà come un’ennesima, vana, delusione.

cirillo2Il difficile compito di Arturo Cirillo era quello di tradurre tutto ciò sulla scena, e bisogna dire che egli è riuscito perfettamente a farlo, grazie alla illuminata idea di non adattare il romanzo di Patroni Griffi ad un copione teatrale, e così, pur operando comunque dei necessari tagli per non superara i 90 minuti, lo ha riportato fedelmente recitandolo quasi come se tutto fosse un visionario ripercorrere della stessa Rosalinda, la quale in terza persona parla di se e del suo sentire, ed allo stesso tempo prende vita lei stessa nei dialoghi diretti e così il microcosmo che la circonda: dalla maitresse Marlene Dietrich, ai due uomini ai quali si lega, in un continuo entrare ed uscire da ruoli dei quali ella stessa è interprete. A sottolineare la visionarietà della lettura di Cirillo, che utilizza voce e mimica in maniera davvero eccellente, tutto avviene nelle quattro mura del monolocale di Rosalinda, un florilegio di cultura kitch, quasi che il mondo che la circonda, in realtà, quello che lei cerca scendendo giù per Toledo, resti piuttosto nella sua testa, una evocazione dell’altro che altro è, e tale resta rispetto alla sua vita di solitudine, così come il finale, straziante nella sua rassegnazione sottolinea, un finale che, utilizzando sempre fedelmente le parole di Patroni Griffi, grazie ai tagli effettuati da Cirillo, ci mostra una Rosalinda nel suo monolocale, privata anche dalla speranza di un amore deluso. Forse in Inghilterra non è mai andata, forse è rimasta lì, a Montecalvario, a pulire la sua casa dagli escrementi causati dall’inaudita violenza di Gaetano.

Lo spettacolo risulta un esperimento piacevolmente riuscito, un’ottima occasione di conoscere un testo ed un autore che restano tra i più importanti dell’Italia del dopoguerra, la cui prosa colta e sgradevole, cruda ed elegiaca è ben tradotta dalla perfetta interpretazione di Cirillo, che non cede mai alla volgarità, come facilmente potrebbe accadere, anzi, rende rarefatta e poetica la figura di Rosalinda. Contribuiscono alla riuscita la scenografie semplice ed efficacissime, evocanti una serie di topoi kitch riconducibili agli anni ’70, che Dario Gessati realizza con perfetta ottimizzazione di spazio, ed altrettanto dicasi per i colorati ma essenziali costumi di Gianluca Falaschi, mai ridondanti, mai eccessivi, come facilmente si sarebbe potuto aspettare. Infine un plauso alle musiche di Francesco De Melis, in cui chitarre elettriche e sassofono ci riportano in maniera nostalgica anch’esse al periodo in cui fu pubblicato il romanzo.  

Gianmarco Cesario

SCENDE GIU’ PER TOLEDO  di GIUSEPPE PATRONI GRIFFI
INTERPRETAZIONE E REGIA ARTURO CIRILLO
SCENE DARIO GESSATI
COSTUMI GIANLUCA FALASCHI
MUSICHE ORIGINALI FRANCESCO DE MELIS
LUCI MAURO MARASÀ
REGISTA ASSISTENTE ROBERTO CAPASSO

COPRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, MARCHE TEATRO – TEATRO STABILE PUBBLICO

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