La magia è una materia plastica se non liquida. Ti viene a cercare solo se la vuoi e se la sai riconoscere e se lei è genuina, onesta, sincera, non mediata (e tu sei predisposto a lei, tenendo fuori le turbolenze del quotidiano) ti premia e ti concede quel fugace tocco di grazia che lenisce gli affanni del vivere.
“Nessuno dopo di te” funziona così: ti butta in faccia il tormento ma te lo trasforma in energia vitale; ti racconta un perfetto amore imperfetto ma diventa balsamo dei tuoi patimenti affettivi che stanno solo a pochi minuti e a pochi passi da quel piccolo tempio in cui si mette in scena la vita (bene o male, anche la tua), ma che lì trascendono; ti mostra le circonvoluzioni fisiche, verbali e sentimentali di due ragazzi destinati a fallire il loro sogno d’amore e ti avvisa che la loro storia è quella di chiunque.
Guido Lomoro ha scritto un testo perfetto, la creatura di cui va giustamente più fiero che è un meccanismo delicato e onnicomprensivo, pervasivo nella speculazione di un amore omosessuale tormentato e Maria Concetta Borgese ha cucito tutto il non detto, tutto il non verbale, tutto il corporeo chiedendo ai due superlativi interpreti di aggiungere il loro intuito, la loro intelligenza fisica, la loro danza senza essere danzatori.
Il risultato è alchemico e, appunto, magico. Voluto? Casuale? Aiutato dalla buona sorte che sorride a chi ci crede davvero e che sa che l’esito finale sarà armonico e traboccante di poesia? Non importa. Perché importa questo effetto sublime che una storia in realtà semplice sa consegnare al pubblico.
Tony Scarfì è Mirko, un giovane marchettaro gay, punito e condizionato da un’infanzia senza padre e un futuro instabile fatto di fragilissime certezze del presente che lo rendono superficialmente cinico e sicuro di sé. Alessandro Mannini è Diego, ragazzo sensibile e non piacente, costretto ad un “amore” a pagamento sul quale – inevitabilmente – riverserà i suoi sentimenti e le sue aspettative esistenziali. Il rapporto è conflittuale e passionale, affine e scontroso, altalenante tra la ruvidezza del contingente e le proiezioni dell’auspicabile. Nessuno ne uscirà vincitore, ma la competizione qui è solo con il (proprio) destino e l’altro diventa unicamente lo specchio del proprio lottare. In mezzo a tutto svettano i movimenti coreografici, sapientemente calibrati e pieni di tatto, sensualità e armonia che catturano e trasportano: un piccolo grande capolavoro di dosaggi tra testo e parti danzate.
Mannini e Scarfì sono formidabili per l’affinità reciproca e la perfetta specularità che si chiede loro di impersonare. Mai un tono di troppo, mai un’emissione sbagliata, mai stanchi tra l’esborso energetico tra corpo e parola, sorprendono per l’aderenza al proprio personaggio e per la loro totale generosità ai desiderata di regista e coreografa (Mannini ha una mimesi che per un giovanissimo attore è davvero ammirevole).
“Nessuno dopo di te” è fatto anche di altre cose preziose: di soluzioni sceniche e illuminotecniche davvero efficaci che non colpiscono per magnificenza ma per intelligenza e di tante gradazioni così ben misurate che lo rendono un medicamento assai salutare, senza svelarne fino in fondo la sua magica formula.
Francesco Giannotti
Teatrosophia – Roma
22 – 26 marzo 2023
“Nessuno dopo di me” di Guido Lomoro
regia Guido Lomoro
coreografie e movimenti scenici Maria Concetta Borgese
con Alessandro Mannini, Tony Scarfì
scene Enzo Piscopo
disegno luci Adalìa Caroli