Il Metastasio presenta il “Fil Rose”, il primo momento di un progetto di “diversa normalità”
«Il teatro è il luogo di cura dell’anima»: così il Sindaco Matteo Biffoni apre il suo discorso su uno dei luoghi simbolo della città: Il Metastasio. Quel luogo, in cui da sempre si concentrano l’arte e la bellezza, e costretto ad arrestare bruscamente la sua attività a causa del lockdown, offre oggi la sua proposta per il futuro. Come ha affermato il Direttore Franco D’Ippolito durante la conferenza stampa che –non a caso- ha avuto luogo in un meeting a distanza dalla sala operativa della Protezione Civile di Prato, «ora che i reparti Covid sono stati chiusi, è tempo che riaprano i teatri»; una riapertura consapevole, ponderata e attenta quella dello stabile della Toscana, che si presenta come il frutto di un grande lavoro collettivo.
Con le oltre 120 recite cancellate a causa della Pandemia, il Metastasio riparte pronto a vivere «un tempo che non abbiamo mai vissuto prima», continua D’Ippolito, costruito su una diversa normalità e su un patto spettatoriale, in cui spettatori e attori vivono insieme un momento che deve essere cura e benessere, ma anche piacere e bellezza, aspetti che possono coesistere solo in un luogo come il teatro.
Per la prima volta non viene presentata una stagione ma un momento teatrale (da settembre 2020 fino a maggio 2021), nonché «intervalli circoscritti d’azione, senso e significato del nostro tempo», pensati in due blocchi di programma: un PRIMO MOMENTO settembre/dicembre 2020 e un SECONDO MOMENTO gennaio/maggio 2021 (che sarà illustrato a fine ottobre).
Il Fil Rose essere, esserci – Ripensamento degli spazi
Il Fil rose non è solo il titolo di questo momento teatrale, ma è un filo conduttore immaginario e reale che legherà tutti i luoghi del Metastasio: spazi animati da volumi nuovi, platee ripensate, ricreate e riabilitate a causa dei cambiamenti imposti dalla pandemia. Con la consulenza di Giulia Reali, il MET ripensa a i suoi spazi lasciando emergere il concetto di nuova – e diversa- normalità piuttosto che le “cicatrici” di un’emergenza.
Le poltrone diventeranno il simbolo – e il segno- che legherà ciascuno dei teatri. La platea del MET sarà organizzata e trasformata in un vero e proprio salotto per 220 spettaori, con tavoli al posto delle poltrone di velluto che saranno rimosse per garantire il distanziamento sociale. Le poltrone tolte saranno trasferite al Fabbricone (in tutto 140) che, per la prima volta, non avrà le storiche sedute rosse ma sarà una sorta di scatola nera in cui si perde la percezione della gradinata e le poltrone sembrano “galleggiare” in una nuova platea. Il rosa sarà portato anche al Magnolfi, con 30 – nuove – poltrone rosa; temporaneamente sospesa, invece, l’attività del Fabbrichino a causa degli spazi molto ridotti che non avrebbero potuto garantire un adeguato distanziamento sociale.
Dagli spazi al lavoro: il MET ha pensato di organizzare un gruppo di lavoro composto da 14 artisti tra i “più vive e parlanti” del teatro italiano contemporaneo che lavoreranno insieme, diversificando e rendendo più agile la produzione spettacolare. In questo senso 10 interpreti, scritturati continuativamente per 8 mesi (da ottobre 2020 a maggio 2021), insieme a Massimiliano Civica, Roberto Latini, Claudio Morganti ed una giovane regista, lavoreranno culla creazione contemporanea in un tempo di ricerca e produzione in cui agli spettacoli di prosa si affiancheranno registrazioni di radiodrammi, radio-melodrammi e di trasmissioni radiofoniche di “arte varia”, produzioni di miniserie video e di uno sceneggiato televisivo in bianco e nero a puntate che saranno trasmessi da TV Prato, oltre che sui canali digitali del teatro. Una scelta, quella del MET che, se da una parte intende trasformare l’emergenza in opportunità, dall’altra è mossa da sostegno morale nei confronti dei lavoratori dello spettacolo in questo tempo difficile.
Tra le novità di questo nuovo inizio, anche la decisione di avviare una rivista di Critica Teatrale (cartacea e online); “La Falena”, diretta da Alessandro Toppi e codiretta da Lorenzo Donati, Maddalena Giovannelli e Rodolfo Sacchettini, non sarà uno strumento di promozione delle attività del teatro, ma un’iniziativa per spettatori appassionati e curiosi, per i giovani delle scuole e per i loro insegnanti, e per tutta la comunità che vive attorno al teatro.
Primo Momento Teatrale: Settembre / Dicembre 2020
Si partirà, come di consueto, con il Festival Contemporanea pensato, come afferma Donatini, «in un quadro decisamente diverso e imprevedibile, come eccezionale è la realtà che stiamo attraversando». Tra i protagonisti di questa nuova edizione del Festival Milo Rau/IIPM, Davide Valrosso, Teatro delle Ariette, TPO/MET, Masako Matsushita, Olimpia Fortuni, Agrupacion Senor Serrano, Claudia Caldarano, Elisabetta Consonni, Kinkaleri, Greta Francolini, Giorgia Ohanesian Nardin, Vico Quarto Mazzini, Industria Indipendente, Luna Cenere, Trickster_p, Massimiliano Civica/MET, Sergio Blanco, Marco Chenevier, Alessandro Sciarroni, Laura Simi/Silenda.
Al Metastasio si parte con “DON JUAN” (29 ottobre/1 novembre), produzione per 16 danzatori di Aterballetto raccontano il mito paradigmatico di Don Juan nella coreografia di Johan Inger. Ancora, a novembre, si continua con il progetto di e con Massimo Popolizio dal titolo “Furore”dall’omonimo romanzo di John Steinbeck e l’adattamento di Emanuele Trevi. Dal 26 al 29 novembre, invece, andrà in scena “Giulietta”di Federico Fellini, spettacolo di Valter Malosti con Roberta Caronia. Il Natale, al MET, arriverà con una storia senza tempo, quella di “Pinocchio”(10/13 dicembre); la fiaba, tratta dal romanzo di Collodi, sarà una riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla.
Quattro titoli anche per il Fabbricone che partirà l’8 ottobre con “Naufragium”di Sonia Antinori e la regia Daria Lippi; un titolo per novembre e due per dicembre invece con la produzione del MET “Ottantanove”(4/8 novembre), le “Non tre sorelle”di Enrico Baraldi (3/6 dicembre) e lo spettacolo Nina’s Drag Queens “LE GATTOPARDE” l’ultima festa prima della fine del mondo” (15/20 dicembre), lavoro che si ispira al romanzo di Tomasi di Lampedusa e al film di Luchino Visconti.
Il Magnolfi aprirà il primo momento con una prima nazionale dal titolo “Tutta la vita”(22/25 ottobre) nuovo lavoro di Amor Vacui. Dal 18 al 22 novembre, invece, saranno proposte le “piacevoli conversazioni” con l’attore, regista e drammaturgo pugliese Ippolito Chiarello, tra cui “FANCULOPENSIERO STANZA 510”,“CLUB27”e “MATTIA E IL NONNO”.
Prato – Teatro Metastasio, 22 luglio 2020
Laura Sciortino