Tra i molti meriti della XXXI Edizione del Festival del Cinema di Sulmona c’è quello di aver portato all’attenzione del pubblico un film come “Il venditore di medicine”, di Antonio Morabito. Coraggioso già dal tema, il comparaggio, il lavoro del regista carrarese resta impresso anche per l’adesione emotiva totale degli interpreti (Claudio Santamaria ed Isabella Ferrari su tutti). Si parla della pratica, assai frequente ahimè, per cui il medico accetta regalie (soldi o mignotte, purchè siano sottobanco) in cambio della prescrizione di un farmaco specifico, pazienza se totalmente inutile alle cure. Gli informatori scientifici sono allo stesso tempo pedine del sistema e carnefice, e l’escalation immorale del protaginista (Santamaria) è tratteggiata con angosciata, e angosciante, scansione ritmica. Bellissimo il finale con stralci di telegiornali, in tutte le lingue del mondo,che denunciano (tardivamente?) arresti e scandali emersi. Due curiosi (e riusciti) camei: il giornalista Marco Travaglio, medico dalla coscienza sporchissima, e Roberto Silvestri, first name della critica cinematografica del Manifesto, e direttore artistico dello stesso festival sulmonese.
Antonio Mocciola
Sulmona, 19-12-2013