Il penultimo appuntamento della rassegna cinematografica “Astradoc 2016 – viaggio nel cinema del reale” vede protagonista la proiezione del film “Bella e perduta”, diretto da Pietro Marcello e interpretato da Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis, Tommaso Cestrone ed Elio Germano. Il film è stato vincitore del primo premio al Festival di Locarno 2015 Giuria Giovani e dei Nastri d’Argento DOC 2015. Presente in sala lo sceneggiatore Maurizio Braucci che ha risposto alle curiosità del numeroso pubblico.
Criticità, realismo e fantasia si mescolano in un’opera profonda e appassionante. Il progetto “Bella e perduta” era inizialmente un documentario incentrato sulla vita dell’eroico Angelo di Carditello, Tommaso Cestrone, che viene però bruscamente interrotto a causa della sua prematura morte. Solo in seguito il regista Pietro Marcello crea una messa in scena fiabesca che però non perde le linee guida dettate dal lavoro documentaristico svolto prima della morte di Tommaso. Infatti la storia è quella di Pulcinella, servo sciocco che dalle viscere del Vesuvio viene inviato nelle terre della Campania per esaudire l’ultima volontà di Tommaso: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone, che in quanto maschio è considerato inutile nella catena alimentare e quindi destinato al macello. Pulcinella recupera il piccolo bufalo presso la Reggia di Carditello, antica residenza borbonica, abbandonata e decadente, e i due servi intraprendono un viaggio verso nord: l’animale servo dell’uomo e Pulcinella servo degli immortali. Durante il loro vagabondare essi si trovano e si perdono, si perdono e si trovano, attraverso un’Italia bella e perduta.
L’opera coraggiosa dal punto di vista della forma racconta il divario sempre più drammatico che vede schierato da una parte la brutalità dell’ignoranza e il disprezzo per il passato e dall’altra lo splendore dei paesaggi e la genialità dell’ingegno umano. La stessa figura di Pulcinella, nel film, si discosta dalla classica maschera della commedia dell’arte. Infatti sceneggiatore e regista recuperano la funzione di psicopompo, ovvero mediatore tra il regno dei vivi e quello dei morti, secondo un antico mito etrusco. A rendere il film ancora più particolare sono le riprese originali secondo la tecnica del fish eye, cioè il punto di vista che in questo caso è quello del bufalo Sarchiapone, e le mirabili tecniche di montaggio come quella del found footage. “Bella e Perduta è un film sperimentale, la cui storia è una metafora – spiega Braucci – fiaba e documentario sono uniti nella stessa opera che il regista ha saputo portare avanti con dedizione e con il grande amore che egli prova verso la sua terra natale”.
Jean Daniel Patierno