“GLI ALTRI”, INQUIETUDINI TRA VITA E MORTE

cerinoIl bravissimo Alejandro Amenabar ne aveva intravisto il potenziale prendendo in esame la storia inquietante e seducente per realizzare uno dei film più interessanti degli ultimi anni, una pellicola capace di condensare horror, giallo e dramma, con una spruzzata più che generosa di fantastico che ha potuta vantare Nicole Kidman in una delle sue migliori interpretazioni. “The Others” è una pietra miliare per una fetta di pubblico amante del cinema, con l’unico cruccio di essere spuntata solo dopo “Il Sesto Senso” col quale condivide un punto fondamentale. Dalla stessa radice, ovvero “Giro di Vite”, opera di Henry James, Peppe Celentano e Gabriella Cerino hanno riadattato il testo in forma teatrale creando “Gli Altri” andato in scena presso il Pio Monte della Misericordia, una delle location più affascinanti della Napoli storica, purtroppo poca nota anche agli stessi napoletani. Forse il voler condensare quel che James ha scritto e quello che Amenabar ha portato in sala, due lavori molto interessanti, con matrici molto simili ma diversi punti contrastanti, ha reso l’opera teatrale incerta dal punto di vista dell’identità , montando un inizio molto d’impatto ed un finale quasi identico a quello della pellicola cinematografica, farcendo invece il tutto con una trama ricalcante in modo piuttosto preciso quella del libro. Il cast, composto da Mario Pirera, Maria Rosaria De Liguori, Alessandro Palladino, Chiara Vitiello e Marcello Cozzolino ha svolto bene il proprio compito, accompagnato da Gabriella Cerino, protagonista nei panni dell’incauta istitutrice trovatasi in una magione tanto grande quanto ricca di misteri. Grande merito a Lilliana Vitale, storica attrice che ha impreziosito l’opera con un cammeo che i fan di “The Others” di certo avranno riconosciuto. Nonostante il miscuglio non totalmente riuscito di testo letterario e versione cinematografica, “Gli Altri” ha ricevuto un enorme beneficio nel luogo scelto per la rappresentazione: la scenografia naturale del Pio Monte della Misericordia ha reso più magica e d’atmosfera ogni scena, facendo immergere il pubblico esattamente nelle antiche stanze in cui si svolge l’intera vicenda. Resta intatta la magia del teatro, dove la luce di una candela tremolante e la suggestione di un racconto pregno di suspance come quello di Henry James non possono che offrire “uno spettacolo”.

Gaetano Cutri

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