“Gabriele d’Annunzio tra amori e battaglie”: l’omaggio è ‘Disco teatro’

Al Teatro Goldoni l’ultimo spettacolo di Labini e Aprea: la messa in scena di una mitopoiesi della figura del Vate.

10298877_697179723677174_7288312603364411602_nDa oltre dieci anni l’attore Edoardo Sylos Labini e il dj Antonello Aprea sperimentano e ripropongono in teatri e luoghi non convenzionali una nuova formula di intrattenimento teatrale: il cosiddetto ‘Disco Teatro’. Una contaminazione tra le sonorità mixate e suonate dal vivo e il corpo e la voce degli attori, grazie alla quale i due artisti ripropongono episodi celebri della storia e della letteratura italiana. Così, dopo lo spettacolo d’esordio “Rum e vodka” (1999), hanno ripreso vita figure storiche come Filippo Tommaso Marinetti (“Donne, velocità e pericolo”, 2005), Italo Balbo (“Italo Balbo cavaliere del cielo”, 2010) e Giuseppe Mazzini (“Disco Risorgimento l’urlo di Mazzini”, 2010; “La meravigliosa avventura della Repubblica romana”, 2010; “Disco Risorgimento una storia romantica”, 2011).

Nel 2013, per celebrare il 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio, Labini e Aprea hanno pensato, in collaborazione con ‘Il Vittoriale degli Italiani’, a una rilettura della biografia del Vate. Ne è nato lo spettacolo “Gabriele d’Annunzio tra amori e battaglie” che un lungo tour sta portando nelle maggiori città italiane e che verrà riproposto anche durante l’Expo 2015. Il testo è liberamente tratto dal saggio “D’Annunzio. L’amante guerriero” di Giordano Bruno Guerri, uno dei massimi esperti delle abitudini più nascoste dell’eccentrico poeta e attuale presidente del Vittoriale. In particolare, nello studio in questione, Guerri indaga il potere seduttivo di d’Annunzio, un potere che viene esercitato non solo con le donne, ma anche in letteratura e in politica, permettendo al poeta di trasformare il proprio sogno ne ‘il sogno di tutti’. Un potere, però, che non viene esercitato sul pubblico in sala.

Infatti, nonostante le ottime premesse – un lungo tour di successo, una formula innovativa, solide basi letterarie – lo spettacolo non convince, al punto da lasciarci dubbiosi sulla validità di un’operazione che sembra più commerciale che culturale. Sulla scia della celebre frase «Bisogna fare della propria vita come si fa un’opera d’arte» veniamo sì condotti in una sorta di teatro della mente dove d’Annunzio stesso, ormai sul punto di morire, rievoca i fantasmi delle donne amate e tradite e delle sue avventure di guerra – anche attraverso l’autocitazione letteraria – ma il tutto resta a un tale livello di superficialità da risultare piatto, per non dire banale. Insomma, lo spettacolo nulla aggiunge e nulla toglie (forse) alla figura del Vate, anzi, nulla aggiunge e nulla toglie al mito del Vate, così come è andato costruendosi nel corso del Novecento. Perché quella che viene messa in scena è una mitopoiesi che poco ha a che fare con la veridicità storica del personaggio. E la stessa recitazione di Edoardo Sylos Labini, nel ruolo del protagonista, non trasmette alcuna emozione. Insomma, riprendendo una “Nota di regia” di Francesco Sala dove si dice che nella frase finale c’è la chiave di volta del personaggio Gabriele d’Annunzio: «Qualche volta odo scorrere la vita, nel silenzio. Chi mai potrà indovinare oggi quello che di me ho voluto nascondere?», potremmo postillare che la sua vera essenza è ancora un mistero.

Da segnalare invece la componente musicale, affidata ad Antonello Aprea. Valida ed efficace, anche visivamente, la collocazione del dj: in alto, al centro della scena, è inquadrato in una spaziosa cornice e circondato da un mixer e numerosi ‘strumenti’ musicali, più o meno convenzionali. Da lì scandisce l’intera colonna sonora dello spettacolo; basata su una contaminazione di generi: suoni violenti, riprese di musica classica (da Beethoven, a Listz, Wagner e Joséphine Baker) e canzoni popolare (come la napoletana “A Vucchella”).

Firenze – Teatro Goldoni, 22 aprile 2014.

Lorena Vallieri

 

GABRIELE D’ANNUNZIO TRA AMORI E BATTAGLIE – liberamente tratto da “L’amante guerriero” di Giordano Bruno Guerri. Autore: Edoardo Sylos Labini; Regia: Francesco Sala; scene e costumi: Marta Crisolini Malatesta; RG Produzioni.

INTERPRETI: Edoardo Sylos Labini; Giorgia Sinicorni; Alice Viglioglia; Viola Pornaro; Silvia Siravo; Evita Ciri; Antonello Aprea.

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