“Dottore… caffè?…ogni volta come l’ultima da vivere…”(Il quaderno edizioni) è il ibro d’esordio della scrittrice Rosanna Pannone, un romanzo passionale e romantico, intessuto da sano erotismo.
Trama, conflitti e caratterizzazioni scritti argutamente e con intelligenza, divertente e frizzante. Una solida narrazione con vivide e coinvolgenti immagini, con personaggi davvero simpatici.
Dalla prefazione di Monica Sarnelli si legge: Ambientato a Manhattan, la città più popolata del mondo, dove tutto può succedere, dove la trasgressione è un luogo comune. L’autrice appassiona e osa con il suo racconto, senza mai essere volgare, con grande sensibilità, perché innamorarsi, è troppo bello, ma fa paura. Con l’entusiasmo che solo una donna, femmina e innamorata della vita sa fare.
“Dottore… caffè?” nasce dalla voglia di far capire che può succedere d’incontrare chi rimarrà nella tua vita per sempre, nonostante tutto. Che nasce dalla voglia di urlare che certi amori non finiscono, non passano, perché non sempre si può dimenticare e non sempre riesci a voltare pagina… anche se si prova a farlo, certe volte, semplicemente, l’amore non te lo permette, continua a farti scontrare in quell’anima che sembra essere stata creata apposta per te.
La solita fermata della metropolitana di Manhattan, il solito orario, la solita sosta al bar con gli amici prima di andare al lavoro, la solita telefonata di Max… era questa la vita di Nina.
Un giorno, poi, uscendo dalla metro, mentre raggiungeva il bar dove la aspettavano per il caffè, sentì due occhi addosso che le sembrò le togliessero il fiato.
Uno sguardo, una stretta di mano, due battute fugaci e la consapevolezza di non essersi mai sentita così vicina a qualcuno che neanche conosceva.
Il cuore in gola e l’inizio di una passione che fino allora aveva letto solo nei libri…
La voglia di vedersi, la rabbia delle parole non dette, la paura di perdersi e quell’ancora più forte di continuare a dirsi di sì. E poi le mani che tremano, l’incoscienza dettata dalla voglia di toccarsi che supera la paura di essere visti, il cercare di resistere alle sensazioni che si provano.
RESISTERSI per provare a se stessi di poter esistere anche senza l’altro.
Rosanna Pannone. Nata il 2 giugno del 1980 a Castellamare di Stabia (NA). Cresciuta a Boscotrecase (NA) con i genitori nella villa dei nonni paterni. Il nonno, Giacomo Pannone, era il direttore del Cristo Re di Boscoreale (NA), un istituto di suore, dove Rosanna ha frequentato le elementari.
Prima di tre fratelli. Daniela, il vento sotto le sue ali. Giacomo, che resta sempre il suo piccolino, anche quando torna a casa armato e in divisa, perché è un militare.
Si definisce tutto e il contrario di tutto, semplicemente perché neanche lei stessa riesce a descriversi. Crede nell’amicizia ma ha pochi amici perché si fida poco. Ama la vita e, allo stesso tempo, la odia quando diventa un po’ bizzarra. Odia i confini ma le piace avere delle certezze. Le piacciono i colori ma il suo preferito è il nero. Passa dal sorriso alle lacrime se l’attraversa un ricordo. Va a sensazioni con le persone, crede molto nel primo impatto, le piace osservarne i movimenti, gli occhi, il tono della voce.
Una donna sì! Ma una donna bambina!