Nel corso della conferenza stampa di presentazione Illecite//visioni – rassegna di teatro omosessuale, si sono delineate due posizioni contrastanti sull’opportunità di questo tipo di manifestazione. Da un lato Marina Gualandi, direttore organizzativo del Teatro Filodrammatici di Milano, che ospita la rassegna, giunta ormai alla sua terza edizione, auspicava che iniziative siffatte vadano a esaurirsi, che non sia più necessario organizzare una rassegna focalizzata sul teatro omosessuale, ma che la declinazione in forma teatrale delle differenze di orientamento sessuale possa entrare, senza scandalo, nella normale programmazione; dall’altro, replicava l’assessore Filippo Del Corno, è giusto che questo teatro continui ad avere un suo riconoscimento anche in iniziative mirate.
Il successo della rassegna, seguita da un pubblico vasto e trasversale, non limitato agli addetti ai lavori o agli adepti delle organizzazioni impegnate sul tema, credo possa comporre le due posizioni.
Personalmente, posso aggiungere che, essendo stato chiamato a partecipare, in Calabria, ad un piccolo festival dal titolo “Diversamente amore”, con l’incarico di incontrare gli studenti delle scuole superiori per dibattere il tema dell’omofobia, questa proposta non è stata accolta da nessun istituto scolastico. Evidentemente, la strada per l’affermazione della dignità dei cosiddetti diversi, è ancora lunga, e in salita.
Due i lavori più significativi proposti in rassegna.
Sissy Boy, della compagnia romana “Il carro dell’Orsa” è un atto d’accusa rivolta alla pratica, diffusa negli Stati Uniti, di correggere, i comportamenti effeminati nei bambini maschi per prevenire la loro eventuale omosessualità. Pur prendendo le mosse da una storia vera, l’autrice, Franca De Angelis, ambienta la piece in Italia, negli anni d’oro della bambola Barbie. Sergio Bello (le iniziali sono le medesime di Sissy Boy), è il protagonista (un bravissimo, mai caricaturale Galliano Mariani), che sembra tenere inizialmente una sorta di conferenza. La regia di Anna Cianca dilata con intelligenza drammaturgica la struttura del monologo, grazie all’utilizzo spiritoso di oggetti e di spezzoni video: la madre di Sergio, interpretata en travesti dallo stesso Mariani e le esibizioni televisive di Raffaella Carrà nel ruolo di Maga Maghella. La leggerezza di tocco, il registro ironico e spiritoso che permea lo spettacolo scarta in un finale tragico, e allo spettatore spiazzato rimane il sapore amaro di una denuncia civile dell’assurda pretesa di ricondurre la natura umana nelle anguste, pretenziose tassonomie tracciate da una miope società benpensante.
Il termine Cock, col quale l’oxfordiano Mike Bennett intitola il suo lavoro, è una di quelle four letters words che l’etica anglosassone considera sconvenienti. Nello spettacolo (che la direzione del Teatro Filodrammatici ha inserito anche in stagione), colpisce il contrasto, stridente ma intrigante, fra l’invasiva coprolalia del linguaggio e la rigorosa, quasi astratta geometria dell’azione, scandita in scene come round di un incontro di pugilato, in uno spazio segnato da un quadrato chiaro sul pavimento. La piece si sviluppa in un appassionato, a volte addirittura feroce confronto, ora a due, ora a tre, e infine a quattro, finalizzato a individuare l’ondivaga identità di genere di John (l’unico personaggio ad avere un nome). Il linguaggio è scurrile, ma il gesto è sobrio, asettico, anche nelle situazioni sessualmente più esplicite; il dialogo, malgrado la virulenza verbale, si mantiene sul filo di un rigore logico aristotelico, quasi da disputa teologica. L’intelligenza della regia, la bravura degli attori, la finezza della scrittura, le dinamiche emotive, ad un tempo plausibili e paradossali, rendono godibilissima questa geniale, asimmetrica variazione sul tema del triangolo amoroso.
Ma la tenzone rimane aperta: le luci si spengono sul silenzio di John, incapace di una risposta, di una scelta, forse impossibile da compiere.
Claudio Facchinelli
Sissy Boy di Franca De Angelis
Con Galliano Mariani
Regia di Anna Cianca
Scene di Claudio Lopez
Video di Leonardo Ottaviani
Produzione Carro dell’Orsa
Cock di Mike Bartlett
Traduzione Noemi Abe
Con Margot Sikabonyi, Fabrizio Falco, Enrico Di Troia, Jacopo Venturiero
Regia di Silvio Peroni
Produzione e distribuzione Pierfrancesco Pisani e Nido di Ragno, in collaborazione con Infinito srl