Classico? Contemporaneo!

Anche quest’anno, San Domenico Maggiore ha ospitato la rassegna estiva “Classico contemporaneo”, appuntamento fisso delle calde sere d’agosto per chi resta in città e per chi la città viene a scoprirla.

In questo strano 2020, l’abituale e suggestiva atmosfera del chiostro è risultata poco adatta alle regole del distanziamento fisico e l’organizzazione, a cura del Teatro TRAM, ha dovuto “ripiegare” sull’ampio piazzale che affaccia sul vicolo.

Quella che, inizialmente, poteva apparire come una perdita secca in termini di contesto si è, tuttavia, rivelata una deliziosa componente della koinè in cui sempre ci si immerge tra gli spazi stretti, eppure mai angusti, dell’agorà greco-romana di Neapolis.

Dal cortile del complesso monumentale alle strade ortogonali del centro antico, il teatro, con i suoi simboli e la sua magia, irrompe nella notte ansiosa di fresco e le dona, a suo modo, raffiche di vento su cui ballano voci, musiche e applausi.

Il passante si ferma, il turista prende nota e l’abitante del palazzo all’angolo celebra la fortuna di vivere in una città che non smette di sognare.

Il chiostro è più intimo, il cortile, invece, rievoca il tempo della condivisione e della commistione tipiche della nostra cultura mediterranea, nonostante la distanza, nonostante il virus.

Napoli è fatta per il teatro e il teatro è fatto per Napoli: è così da sempre e ne abbiamo avuto la conferma quando tutto si è fermato.

E così, complice un cartellone accattivante e capace di soddisfare i gusti di un pubblico variegato, sono andati in scena Shakespeare, Moliere, Plauto, lo spettacolo cult “Regine Sorelle”, la Commedia dell’arte, le farse di Petito, Checov e Labiche e non sono mancati omaggi a grandi cantautori come Carosone, De Andrè e Rino Gaetano.

La chiave è quella ormai rodata da sette anni: riscoprire i classici dello spettacolo esaltandone la contemporaneità in una dimensione “fuori dal tempo” ma, allo stesso tempo, calata nell’attualità dei messaggi e delle emozioni.

Per due settimane, dal 9 al 22 agosti, gli artisti si sono avvicendati con la generosità e l’entusiasmo di chi è finalmente tornato a casa.

Su assi polverose, sotto luci accecanti e nell’abbraccio – virtuale (sic!) – con la platea, sensazioni che credevamo perse per chissà quanto tempo sono tornate a far capolino: prima timidamente, poi con sicurezza e slancio.

Il teatro, a Napoli, è un classico cui la contemporaneità ha dovuto rinunciare per un po’. Ma, come tutti i classici, è connubio che porta con sé quel soffio di umanità che, in ogni spazio e in ogni tempo, si rivela inarrestabile.

Grazie, dunque, agli organizzatori, agli artisti, alle compagnie, alla direzione artistica di Mirko di Martino e Gianmarco Cesario, grazie alla magia del cortile di San Domenico Maggiore e grazie a ogni sorriso spuntato sul volto di chi ha ritrovato il cartellone di Classico Contemporaneo affisso nelle consuete sedi del centro storico.

Sarebbe stato un altro piccolo dolore non avere la “nostra” rassegna estiva, è stata una grande gioia vederla fiorire come una primula sotto la neve che aveva gelato, ma non distrutto, la grande magia del teatro.

Marina Salvetti

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