“Almost famous”, tutti i colori
di Rosaria De Cicco

Lascia che il pubblico origli la sua voce fuori campo, all’inizio dello spettacolo. Rosaria De Cicco sceglie toni confidenziali, e ricordi dai set di Ozpetek, per introdurre “Almost famous – ovvero Io e le donne”, scritto con Vincenzo Coppola e portato, con successo, al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Quasi famosa, forse, ma sicuramente bravissima, la De Cicco squaderna un campionario di donne nate dalle penne di Maurizio De Giovanni, Annibale Ruccello, Pasquale Ferro, Massimiliano Virgilio e, unica autrice, Annapatrizia Settembre. Donne sole, innamorate, tradite, seviziate, colpevoli per amore, assassine, esasperate. I registri dell’attrice variano con rocambolesca disinvoltura, confermando la De Cicco regina della scena ma anche autorevole vestale di antiche, e sempre attuali, misoginie. Persino quando, in un trascinante finale comico, la risata del folto pubblico prende il sopravvento. Senza mai mettersi davanti all’autore, la De Cicco svolge con disciplina ed estro il sottovalutatissimo mestiere dell’interprete, aderendo con commovente, e commossa, partecipazione ai testi che porge al pubblico. Anche quando l’estrema lettararietà di alcuni di essi (ad esempio quello di De Giovanni, davvero notevole) rende difficile l’esecuzione, Rosaria De Cicco riesce a stemperarlo con arguzia. Resta interessantissimo il lavoro su Virgilio, che tocca vertici di toccante intensità, così come i crudissimi passaggi sul testo della Settembre. La surreale Maria “la sporca” di Rosario Ferro non sfigura con quella griffata Ruccello, e le musiche del sempre talentuoso Mariano Bellopede (insieme ai costumi di Annalisa Ciaramella) sono il prezioso suggello di uno spettacolo che ha, tra gli altri, il merito di offrire alla sensibile attrice partenopea la possibilità di rappresentare tutti i colori del proprio, affascinante, arcobaleno espressivo.
Antonio Mocciola

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