“I Giorni che Scompaiono”, il tema del doppio nel graphic novel Bao

La vita di Lubin è piuttosto ordinaria, un gruppo di amici, una compagna, una famiglia adottiva che dimostra amore incondizionato. La sua passione è il mondo del circo e dell’acrobazia: i suoi migliori amici sono un gruppo composto da artisti come un uomo forzuto ed un prestigiatore coi quali è solito preparare spettacoli particolarmente stupefacenti per deliziare il proprio pubblico, anche se, per mantenersi è costretto a vestire i panni di un tranquillo commesso in un negozio.

Tutto cambia quando un bel giorno si rende conto di aver letteralmente saltato un giorno: dopo aver pensato ad uno scherzo del suo collega, si rende conto di non aver per niente vissuto un intero giorno della sua vita, senza essersi minimamente reso conto di questo stranissimo avvenimento.

Questa è solo la trama delle primissime pagine de “I giorni che scompaiono”, il debutto di Timothè Le Boucher  pubblicato in un preziosissimo volume targato Bao Publishing che, attraverso una storia appassionante, che accompagna il protagonista attraverso tutta la sua vita ed un tratto pulito, chiaro e piacevolissimo, presenta un primo lavoro eccellente sotto molti punti di vista.

I temi trattati sono molteplici, dalla fiducia nel prossimo al mistero che si cela dietro questo strano fenomeno, dall’equilibrio che bisogna avere nei rapporti con la società a traumi che fanno parte della vita di tutti i giorni.

Interessantissima l’idea del doppio: il protagonista si accorge subito infatti della presenza di un “ospite” nel suo corpo, col quale inizia addirittura a messaggiare attraverso dei video nei quali raccontarsi, ma anche con una seconda entità che vive nel proprio corpo le difficoltà di relazione inizieranno presto a rendersi palpabili ed ingestibili.

Il colpo di scena finale rende davvero coinvolgente la storia fino alle ultime pagine, tenendo col fiato sospeso il lettore per l’andamento degli eventi che porteranno Lubin ad una rassegnazione nei confronti di ciò che lo attenderà nel corso del tempo, prima di affrontare un epilogo interessante e d’impatto.

I giorni che scompaiono” rappresenta un esperimento riuscitissimo per Le Boucher che può vantare un graphic novel di debutto davvero notevole, con uno stile che può ricordare, ed essere molto apprezzato, da chi è rimasto stregato dalla serie televisiva “Black Mirror” per alcune tematiche trattate e per un’atmosfera che, soprattutto nel finale, strizza l’occhio al futuristico e allo psicologico.

Gaetano Cutri

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