“Le finestre del tempo”, due donne a confronto

LA FINESTRA DEL SE’

Com’è il mondo vissuto e quello che è ancora tutto da vivere? Quali forme e risvolti assume la dialettica tra due donne opposte in tutto, a partire dall’età, quando tale dialettica si fa terreno di bilanci, di angustie, di speranze, di rimossi e di rimorsi? E a quali esiti conduce una relazione che – a ben guardare – è solo il gioco di specchi di una sola esistenza che, poi, è l’esistenza trasfigurata di ciascuno?

Nel titolo così ben esplicativo (“Le finestre del tempo”) c’è già tutto, ma le finestre vanno messe in ordine cronologico e, soprattutto, conoscere quel che celano o ciò su cui si affacciano. Ci pensa la regia di Mauro Toscanelli a dare quell’ordine emotivo e patemico al testo di Sergio Scorzillo e a tratteggiare con cura le anime e gli accadimenti così apparentemente antitetici delle due protagoniste. La donna anziana (Giuliana Adezio, da parecchi lustri versatile ed esperta frequentatrice delle arti, dai set di Fellini alle avanguardie del Gruppo ’63) è ripiegata su sé stessa in equilibrio precario tra le reminiscenze di un passato che riottosamente rivanga e un quotidiano di mesto trascinamento, sotto la minaccia della demenza senile e della dipendenza da una carrozzina.

La donna giovane (Ilaria Fantozzi) irrompe come coinquilina con tutta la sua ingenua e persino caricaturale leggerezza e ottimismo nella routine stantia della padrona di casa. Ma non si tratta né di un sisma né di un facile e prevedibile scontro generazionale, bensì d’un lento e sottile percorso di affrancamento da una condizione di immobilità, di pigro autocompiacimento della propria sfioritura verso un riscatto che non può essere fisico ma morale sì, per arrivare alla fine con “le carte in regola” della propria anima e del proprio percorso esistenziale. La giovane donna, con quella lenta e costante potenza della goccia che scava e modella la roccia, sarà dunque quella proiezione di sé che non compare per lottare ma per non consegnare ai posteri (e alla coscienza) alcunché d’incompiuto.

Lo spettacolo scorre con grande tatto e delicatezza, intercalato dalla presenza di estratti musicali d’antan (cari alla poetica di Toscanelli) che, come fossero parentesi mentalmente ed emozionalmente defaticanti, la donna anziana avvia e ferma da un vecchio registratore a cassette ossessivamente tenuto sul grembo. E poi ci sono le piccole miserie, le tenere fissazioni, le amabili resistenze, i comprensibili capricci dell’età avanzata che Giuliana Adezio sa restituire facendo più ricorso alle proprie valenti doti di attrice di lungo corso che ad una perfetta adesione al testo, ma che ben contrastano con quel contraltare volutamente etereo da giovinetta démodé impersonificato da Ilaria Fantozzi.

“Le finestre del tempo” lascia un senso di profonda dolcezza e di gentile comprensione; è uno spaccato che riguarda tutti. È una finestra, appunto, che mostra quel che ognuno sa vederci ma dalla quale è impossibile esimersi dal guardarci attraverso.

Francesco Giannotti

Teatrosophia – Roma

3 – 5 febbraio 2023

“Le finestre del tempo” di Sergio Scorzillo

regia Mauro Toscanelli

con Giuliana Adezio e Ilaria Fantozzi

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