“Where else?”. I luoghi di Marta Bellu

La rassegna dedicata ai Novissimi per La democrazia del corpo

In prima assoluta al Cango di Firenze lo spettacolo di Marta Bellu. La coreografa emergente prende parte alla rassegna “Novissimi” con “Where else?”, accompagnata da Donato Epiro (musiche originali e suono dal vivo) e Andrea Sanson (disegno luci).

Uno spettacolo tripartito col quale la giovane artista entra in punta di piedi nella cerchia degli autori di danza contemporanea, mostrando nella penombra offuscata della sala una tecnica da non ostentare ma da utilizzare a favore di qualcos’altro, del concetto. Ci sono tutti gli elementi essenziali per rientrare in un canone e/o per essere applaudita: l’idea, la luce (in questo caso stroboscopica ma potrebbe anche essere psichedelica, di taglio, diretta), la musica dal vivo. Musica e non suono o cacofonia; dopo almeno un settantennio di sperimentazioni sulla musica concreta ed elettronica è arrivato il momento di riconoscere apertamente i nostri debiti nei confronti di coloro che hanno davvero sperimentato, Stockhausen, Schaeffer, gli esponenti degli studi di fonologia della Rai, il citatissmo Cage. Non sono gli unici riferimenti: vedendo Marta Bellu volteggiare nel buio e duettare insieme a fasci luminosi, vengono in mente le danze di luce della danzatrice Loïe Fuller, filmata dai fratelli Lumière nonché dagli inventori del cinema. Un espediente interessante: il pubblico (oggi come allora) è ammaliato da quelle figure chiare che risaltano nelle tenebre, segno dell’importanza dell’opera della Fuller. In più, ai nostri occhi posteri, c’è il colore (assente nelle prime pellicole).

La tripartizione corrisponde a tre dimensioni concettualmente diverse. Lo spettacolo si apre su un cosmo in cui l’uomo vive e del quale tuttavia conosce poco (l’universo, l’inconscio e il ventre materno, simili a fondali marini); questa prima parte è forse la più degna di nota in virtù di una ricerca di movimento che, lungi dal negare modelli, appare visivamente ed emotivamente efficace. La seconda sezione rimanda a una nuova primitività, a un rito tanto antico quanto alieno che ancora una volta si avvale della notte mostrando e allo stesso tempo celando la nudità (altra caratteristica della performance contemporanea). Infine una modernità luccicante dove la protagonista è ancora la notte. E forse il buio è eccessivo: mette sì in evidenza la luce, che è parte essenziale dello spettacolo, ma tuttavia quasi annulla le doti della danzatrice che forse varrebbe la pena di ammirare. Comprensibile la volontà della stessa coreografa di mettersi e mettere alla prova ponendo in primo piano le proprie trovate; queste sono in diversi casi efficaci ed artisticamente valide per uno stile drammaturgico ancora da scomporre e ricomporre. È l’inizio di un percorso poetico ma è anche un’occasione per porsi domande sulla performance contemporanea: quali sono le direzioni da intraprendere? Essenzialità? Ridondanza? Colore? Buio? L’invito è quello di attendere con curiosità tempi più maturi per proporre un giudizio.

Firenze – CANGO, 22 febbraio 2020

Benedetta Colasanti

WHAT ELSE? – Di e con: Marta Bellu e Donato Epiro; concept e danza: Marta Bellu; musiche originali e suono dal vivo: Donato Epiro; disegno luci: Andrea Sanson; assistenza al progetto: Angela Burico; produzione: Versiliadanza in collaborazione con il Centro Nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico/CZD, Cango, Centro Nazionale di produzione sui linguaggi del corpo e della danza.

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