Messieur Golocious

Oggi ho avuto il piacere di intervistare Vincenzo Falcone. Dopo essersi diplomato, Vincenzo decide di inseguire le sue passioni più grandi: l’arte, il canto, la recitazione e viaggiare. Trova nell’animazione turistica il punto d’incontro di queste passioni e ne fa il suo posto felice. Nel 2007 inizia a lavorare con Valtur, affermandosi come capo animatore più giovane. Negli stessi anni non si lascia scappare l’opportunità di essere protagonista del film “Io non ci casco” 2008, conquistandosi la candidatura come attore non protagonista al “David di Donatello”, grazie anche alla forza del padre, Pasquale, regista cinematografico, desideroso di trasmettere a suo figlio la passione per il mondo del cinema. Vincenzo oggi è conosciuto per essere il re del food porn campano e un food influencer di spicco. Questo giovane Re Mida ha sfondato nel mondo della ristorazione puntando su ricette incentrate sulla qualità e sul gusto.

Buongiorno Vincenzo come mai un artista come te si è catapultato nel mondo della ristorazione?

Ti ringrazio per la bella definizione, mi rivedo tantissimo nella parola “artista”, perché è sconfinata e trasversale. Dopo otto meravigliosi anni trascorsi nei villaggi, girovagando per il globo, ho deciso di intraprendere la carriera nel mondo della ristorazione e degli hamburger grazie ad un’esperienza fatta a San Diego in California nel 2010. Ho sempre amato fin da piccolo gli hamburger e sono cresciuto con mcDonald’s che adoro. Una volta arrivato in California a vent’anni, mi si è aperto un mondo culinario, un panorama di sapori e gusti che sto cercando di riproporre qui in Italia.

Sei un imprenditore dinamico, estroverso, simpatico ed energico. Dove trovi tutta questa voglia di fare?

Ti ringrazio nuovamente per il complimento. L’energia la trovo nei nuovi stimoli e nelle nuove opportunità. Più sono indaffarato e più trovo la forza per sviluppare le mie idee e i miei progetti. Anche per questo ho voluto fortemente l’espansione del mio brand.

Che ricordi hai del set del film “Io non ci casco“?

Avere avuto la possibilità di fare questa esperienza a 18 anni è sicuramente un qualcosa che fa crescere il tuo bagaglio culturale. Recitare insieme ad attori del calibro di Ornella Muti, Mariagrazia Cucinotta, Maurizio Casagrande è emozione allo stato puro. Un ricordo particolare va anche al compianto Claudio Coccoluto, anche lui presente nella pellicola. Crescendo, però, mi sono reso conto che il cinema non fa per me, è troppo lento; amo il teatro, più vero, più autentico. Potersi nutrire delle reazioni del pubblico ti dà una carica differente dal cinema: per questo motivo amo l’animazione. E come diceva il grande Eduardo De Filippo: “nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita”!

Come mai la scelta del nome Golocious?

Dopo il meraviglioso lavoro col mondo Delicious, che porto avanti da sei anni con l’apertura di sei locali a Cava de’ Tirreni, con Jana volevamo un nome tutto nostro, un neologismo. Da qui il nome Golocious con il logo a forma di sorriso perché Golocious questo rappresenta: sorrisi goduriosi per occhi e palato.

Il tuo piatto preferito.

Domanda difficilissima. Mettiamola così: se davanti a me avessi cinque kg di patatine fritte potrei finirle senza alcun problema. Ma gradisco quasi tutto, eccetto la consistenza dei funghi. Per non parlare della cucina di mamma Enza.

Il piatto più particolare che hai assaggiato in giro per il mondo.

Scorpione caramellato alla soia ai mercatini tipici di Bangkok in Tailandia.

C’è qualcosa che rimpiangi di quando eri animatore nei villaggi turistici?

Non rimpiango nulla della mia vita, a 33 anni ho fatto tutte le esperienze che volevo fare.

Per quale grande personaggio del passato ti sarebbe piaciuto cucinare?

Freddie Mercury!

Il tuo prossimo sogno da realizzare.

Portare Golocious in tutto il mondo.

 

Mangiare è uno dei quattro scopi della vita… quali siano gli altri tre, nessuno lo ha mai saputo.

(Proverbio cinese)

Valerio Molinaro

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