“Ventuno”, il linguaggio crudo di Guillem Lopez

Fin dalla copertina è chiaro quale sia il tenore del romanzo: uno sfondo nero come la pece e il titolo scritto tono su tono imperante su quell’oscurità.

Appena “Ventuno”, pubblicato da Eris Edizioni, finisce nelle mani del lettore, riesce subito a trasmettere il suo tratto cupo e tenebroso, donando immediatamente l’atmosfera giusta per potersi immergere tra le parole di Guillem Lopez.

La storia è quella di Ventuno, un ragazzo, un’entità, un essere umano che potrebbe non essere più umano a breve, perchè fa parte di un mondo in cui pian piano il valore terrestre fatto di carne e sangue deve lasciare posto ad altro, a qualcosa di meccanico, di fittizio, di legato al mondo tecnologico, ma non per un avanzamento nel progresso, ma solo per migliorare le prestazioni lavorativo di scavo, o forse per la spersonalizzazione massima dell’individuo.

Quello che i colleghi di Ventuno devono svolgere è un compito incessante, quello di scavare, scavare e scavare ancora, ridurre in polvere le pietre, dapprima con un martello giocattolo, poi con attrezzi sempre più imponenti, fino ad arrivare quasi a trasformarsi in vere e proprie macchine da lavoro.

Il volume offre al lettore la possibilità di tuffarsi completamente nelle atmosfere lugubri di vita di Ventuno e in quelle delle persone che vivono in quel luogo davvero poco ospitale, senza risparmiare la descrizione di scene crude, di essere umani che non lo sono più, di percorsi di vita che finisce per trasformarsi in un cupo e flebile mormorio di ciò che era un tempo.

Il linguaggio crudo e diretto di Lopez non è per tutti, viste le descrizioni accurate delle folli condizioni di vita dei personaggi, ma tutto ciò è necessario per riuscire a trasmettere con le giuste parole i fatti esattamente come vorrebbero essere raccontati, aiutati anche dalle illustrazioni oscure di Sonny Partipilo che si adattano magistralmente ai vari capitoli dell’opera.

Dimenticate ciò che avete intorno, gli impegni, le persone, la vostra casa, i vostri affetti: dopo aver letto anche solo una pagina di “Ventuno” sarà difficile scollarsi dalla sua ambientazione e dalla cupa atmosfera nella quale il lettore viene imprigionato: un fattore decisamente positivo per un lavoro che fa proprio del suo mood, la sua carta più importante.

 

Gaetano Cutri

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