“Unalampa”, scandalosa invettiva contro una città matrigna

Roberto Azzurro, nel suo spettacolo-denuncia contro il malcostume napoletano, diverte e scandalizza con classe ed humor

azzurroLa “lampa” in dialetto napoletano è quella che nella lingua italiana possiamo tradurre col termine “fiammata”, e , quale moderno Cecco Angiolieri, Roberto Azzurro si trasforma idealmente in un rogo che pulirebbe la città da quel lordume che la invade nel tessuto più fitto della sua società. Un’invettiva, quella dell’attore-autore, che si discosta di gran lunga degli one man show ai quelli ci ha abituato con le sue poetiche biografie di personaggi scomodi quali Boni de Castellane, Oscar Wilde, Lord Byron, non solo per l’argomento, ma, soprattutto, perché in “Unalampa” egli non interpreta nessun personaggio, ma vive in maniera sanguigna e personalissima, in prima persona, un testo ironico e sofferto, vero e profondamente straziante, con un’urgenza personale che il disagio di vivere in una città difficile e controversa come Napoli non può non infondere ai suoi figli che la vedono con gli occhi disincantati di chi prende realmente coscienza dello suo stato in bilico verso un baratro di profonda invivibilità. Nessuna concessione alla speranza, nessuna simpatia nemmeno verso la placida noncuranza di un popolo che nei secoli ha dimostrato sempre di stare dalla parte sbagliata, soprattutto, come Azzurro ricorda, quando si è trattato di scegliere per un cambiamento, restando ancorato al privilegio di suddito e di immobilismo coatto. Azzurro con “Unalampa” da voce a tutti quelli che, pur essendo inconsapevolmente complici, vorrebbero gridare questo disagio, ma che trovano invece dei muri di gomma su cui queste urla rimbalzano senza speranza di sfondare la barriera del suono, la città che per i suoi abitanti è la“più bella del mondo”, o che  “non è migliore né peggiore delle altre”, dove succedono cose che “succedono dappertutto”, viene svelata e denunciata in maniera dolorosa, il che crea, inutile nasconderlo, non poche reazioni di protesta in coloro che, presenti tra il pubblico, si sentono colpiti nel malcostume denunciato e deriso in questo spettacolo che risulta un’operazione drammaturgica originale e profonda, forse con qualche reiterazione, ma assolutamente indovinata. Al testo originale di Azzurro ben si accompagnano gli innesti che egli ha voluto inserire quali citazioni, da Moscato a Patroni Griffi, da Goethe a Viviani, ed a cui egli presta le sue migliori doti interpretative. Di grande suggestione l’apocalittica auspicata distruzione della città nel finale, che egli immagina partire dal cuore della Napoli popolare e “verace” (termine al quale è giustamente ostile), una fiammata che distrugge tutto e tutti, ma che, nemmeno in quel caso, troverà gli abitanti della città disposti ad abbandonare il consueto bozzettismo ed attaccamento ai luoghi comuni, a favore di un’autentica presa di coscienza che li riscatti definitivamente

Napoli, LANIFICIO 25 – 25 Gennaio 2014

Gianmarco Cesario

UNALAMPA –  scritto diretto ed interpretato da Roberto Azzurro

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