“Un quaderno per l’inverno”: tentativo di dialogo tra due solitudini

In prima assoluta al Fabbricone di Prato lo spettacolo di Massimiliano Civica su un testo di Armando Pirozzi, interpretato da Alberto Astorri e Luca Zacchini.

«Testo per due attori in tre scene», così viene definito nelle note di sala “Un quaderno per l’inverno”, lo spettacolo di Massimiliano Civica su testo di Armando Pirozzi, presentato in prima assoluta al Teatro Fabbricone di Prato con le scene di Luca Baldini e i costumi di Daniela Salernitano. Ma ci troviamo piuttosto di fronte a un «tentativo di dialogo tra due solitudini». Un tentativo profondo, viscerale, che, anche grazie all’apparente straniamento di regia e recitazione, arriva fino allo spettatore coinvolgendolo a livello emozionale. E lo conduce per mano attraverso temi complessi e molteplici possibilità di lettura. Ad aiutare una trama che è ai limiti del surreale: la storia di un introverso docente di letteratura, Velonà, che, rientrato in casa dopo una lunga giornata all’università, trova ad attenderlo un ladro, Nino, che, armato di coltello, gli chiede un favore alquanto insolito, quello di scrivere una poesia talmente bella da poter risvegliare dal coma la moglie Anita. Durante la notte che segue i due personaggi, in bilico tra speranza e disperazione, si confrontano su idee, sentimenti, interrogativi dolorosi, in un dialogo per entrambi nuovo e inaspettato. Poi, con un salto di otto anni, i due si ritrovano nella stessa situazione, ma in qualche modo ancora segnati dall’esperienza di quella prima notte che, seppure vissuta e ricordata in modi molto diversi, ha tracciato forse la possibilità di un cambiamento, di una più ampia comprensione di sé stessi e di apertura verso l’altro. Se la poesia di Velonà non ha salvato Anita perché Nino non ha fatto in tempo a leggergliela, potrebbe salvare (o ha già salvato) i due protagonisti e il loro futuro, simbolicamente rappresentato dal figlio di Nino la cui figura più volte irrompe in scena attraverso le parole del padre.  

Come accennato, i temi messi in campo sono molteplici e molteplici le possibilità di lettura e i significati della pièce. A livello testuale sono evidenti i riferimenti alla forza salvifica dell’arte e della letteratura e alla sua capacità di influenzare la realtà, o quanto meno la sua percezione. Altrettanto evidente è la rassegnata frustrazione di fondo di fronte a una vena artistica che sembra essersi persa nella banalità del quotidiano. Ma è una rassegnazione non definitiva, che lascia aperto uno spiraglio di speranza. Anche nel buio della notte più nera qualcosa di inaspettato può bussare prepotentemente alla nostra porta o, meglio, può attenderci apparentemente minacciosa con un coltello in mano, e costringerci a ritrovare l’ispirazione poetica, per tornare a immergersi nella vita e nutrirsi di quelle arance che, significativamente, sono l’unico tocco di colore  dell’intero spettacolo. Perché per il resto la scena è essenziale, schematica: un tavolo, due sedie, pochi oggetti per riempire l’immenso vuoto del palcoscenico, ossia la solitudine delle esistenze di Nino e Velonà, incapaci di comunicare a livello verbale. La recitazione dei due attori, Alberto Astorri e Luca Zacchini, asseconda questo sottotesto e, se a livello superficiale si adegua a questa essenzialità, destrutturando il testo, svuotandolo di qualsiasi apparente possibilità di relazione, riesce a trasmettere, a livello emozionale, e proprio grazie a quella recitazione innaturale, la profonda e intima condivisione che si è stabilita tra i due.

Prato – TEATRO FABBRICONE, 16 marzo 2017

Lorena Vallieri

UN QUADERNO PER L’INVERNOdi Armando Pirozzi.

Uno spettacolo di Massimiliano Civica con Alberto Astorri e Luca Zacchini.

Costumi: Daniela Salernitano; Scene: Luca Baldini; Luci: Roberto Innocenti; Produzione: Teatro Metastasio di Prato con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello. Prima assoluta.

Share the Post:

Leggi anche