Sulmona Film Festival, i vincitori

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BEST INTERNATIONAL SHORT: Into the Blue by Antoneta Alamat Kusijanović

Per la capacità di creare un’atmosfera avvolgente, in grado di immergere lo spettatore in un racconto lieve eppure intenso. La regista dà voce a uno sguardo pre-adolescenziale con enorme sensibilità, esaltata dalla performance degli interpreti e dalla profondità dei temi, sfiorati con la delicatezza e la forza tipiche dell’adolescenza.


BEST NATIONAL SHORT: A casa mia by Mario Piredda

Per la maturità di uno sguardo che fonde registri ed immaginari diversi ed eterogenei, raccontando il territorio in maniera insolita e mai banale. Il mutamento sociale è mostrato attraverso le necessità e le speranze che ogni età della vita ripone nel cambiamento.


BEST DOCUMENTARY SHORT: Cosa faccio nella vita? by Manuel De Pandis, Fabio Fusillo, Giovanni Sfarra

Per l’urgenza e la vitalità di questo ritratto giovanile spudorato e sfacciato, che coglie lo spirito del tempo aderendo con sincerità e ironia ai bisogni dei protagonisti.


BEST MUSIC VIDEO: Can you decide by Lu Pulici

Per aver sapientemente coniugato passato e futuro nella rappresentazione di un mondo in cui la dimensione intimista si apre alla continua ricerca di comunicazione e per aver rappresentato efficacemente un caleidoscopio di emozioni sfruttando al meglio le possibilità tecniche e i linguaggi artistici in un’armonia di suoni, parole e immagini.


BEST DIRECTOR: Raymund Ribay Gutierrez per Imago

Per l’originalità con cui l’autore raccoglie l’eredità del maestro filippino Brillante Mendoza, affermandosi allo stesso tempo come una voce di grande personalità e coraggio, in grado di gestire un tema forte attraverso una messa in scena impeccabile, rigorosa e carica di tensione.


BEST SCREENPLAY: Elad J Primo per Domesticated Wolf

Per la precisione millimetrica con cui l’autore riesce a rappresentare il conflitto personale del protagonista e il rapporto padre figlia, sviluppato attraverso una scrittura minimale ma sofisticata, sempre funzionale all’approfondimento psicologico.


BEST CINEMATOGRAPHY: Constanze Schmitt per A Gentle Night

Per il magnetismo e la matericità delle immagini, che restituiscono il dramma della protagonista e la desolazione del contesto in cui si muove, esaltando la poesia e il simbolismo di ogni scelta cromatica.


BEST EDITING: Iulia Andriuta per The Idiot

Per l’abilità nel costruire il ritmo e la tensione in totale e perfetta sintonia con lo sviluppo della narrazione, aderendo al crescendo del racconto ed esaltando l’esemplarità di questa parabola sociale.


BEST ACTOR: Chiz Schultz per Head Above Water

Per la verosimiglianza e l’intensità di una prova d’attore che restituisce l’asfissiante claustrofobia dell’invecchiare senza rinunciare a un ritratto umano misurato e toccante.


BEST ACTRESS: Jessica Barden per Sweet Maddie Stone

Per la grinta della giovane attrice, che regge sulle proprie spalle l’intero cortometraggio dando vita a un personaggio femminile memorabile, la cui durezza restituisce alla perfezione l’energia contraddittoria di un’età complessa.


SPECIAL JURY PRIZE: Calamity by Maxime Feyers e Séverine De Streyker

Un film che attraverso la cura formale di ogni aspetto della sua realizzazione e un sapiente gioco di specchi offre una riflessione sulla forza eversiva dell’identità queer e sul suo impatto destabilizzante all’interno del nucleo familiare.


BEST ANIMATION: Post No Bills by Robin Hays e Andy Poon

Per la capacità di fondere con maestria le tecniche di animazione 2d e 3d in una storia di profonda originalità e di grande impatto visivo.


BEST SOUNDTRACK: Enrico Melozzi per Penalty

La colonna sonora accompagna il film attraverso sonorità strutturate ed intense. Alternando l’uso espressivo del silenzio l’autore mette in atto una ricerca coerente che si riduce ad un solo brano, ad un unico gesto sonoro che esprime il senso più profondo del film.


PREMIO SIFF STUDENTI: Candie Boy by Arianna Del Grosso

Candie Boy di Arianna Del Grosso è un cortometraggio ben interpretato, divertente, profondo, che invita a riflettere su temi di grande attualità, quali la fragilità dei rapporti familiari, i pregiudizi sull’orientamento sessuale, la spontaneità del mondo dell’infanzia. L’opera suggerisce una domanda: cosa conta davvero nella vita? La delicatezza del finale, poi, conquista il cuore dello spettatore.

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