“Sogno di una notte di mezza estate”: De Nitto e il suo Shakespeare dalle tinte pop.

È una gradevole commedia quella che ci restituisce il giovane regista pugliese Tonio De Nitto, nel suo adattamento della famosa opera shakespeariana.

 

Fiorellini illuminati sul proscenio accolgono il pubblico del Teatro Garibaldi di Bisceglie. Gli interpreti entrano in scena formando dei tableaux viventi in chiaro-scuro e si muovono poi con gesti quasi robotizzati, come burattini senza fili. La storia si svolge in un’epoca indefinita e non subisce, nel suo contenuto, particolari variazioni rispetto all’originale. Gli attori – dalle mimiche esilaranti e dall’energia sempre alta – inizialmente esagerano la recitazione quasi a prendersi gioco dell’antica tradizione teatrale. Ognuno di loro caratterizza il suo personaggio in poche ed iniziali battute, mentre lo sfondo – dai colori cangianti in base all’azione – ricorda uno spazio senza nome. Sembra infatti di trovarsi in un sogno cartoonesco dalle tinte pop, dove strane apparizioni di creature magiche si confondono con la spassionata e giovane ricerca d’amore. Uno spazio indefinito e fiabesco, in cui la ripetizione continua dell’azione estranea il pubblico dalla realtà, lasciandolo immergere in un mondo effimero e impalpabile, fatto di luci e colori accesi. La Factory Compagnia Transadriatica, in due ore di spettacolo, mantiene alta l’attenzione dello spettatore, anche e soprattutto quando è proprio lui, lo spettatore, ad essere coinvolto, rendendolo protagonista di un’improbabile tragicomica commedia. Quale miglior “scarso” attore infatti, di uno che poi attore non è? Vengono così scelti a caso tra il pubblico – con un’equilibrata dose di ironia – alcuni protagonisti per interpretare la tragedia di Piramo e Tisbe.

“Sogno di una notte di mezza estate” di De Nitto riesce a combinare le canzoni di Rita Pavone insieme alle sonorità della Babele di lingue usate in scena, conferendo allo spettacolo una nota multietnica. Si passa così dal serbocroato per le litigate tra Oberon e Titania, rispettivamente il re e la regina delle fate, ad un inglese improbabile, usato come lingua sopravvalutata per un tentativo di corteggiamento. La nudità del pasticcione folletto Puck, che erroneamente fa innamorare sia Lisandro che Demetrio di Elena, amica fidata di Ermia, è un altro degli espedienti comici per sottolineare allo spettatore quanto sia importante, se non necessario, sorridere agli eterni mali d’amore e ai capricci del destino.

Degna di nota la scena delle due coppie nel momento del litigio, che si colpiscono e accapigliano in un delirio a rallenty.

Tutto lo spettacolo svanisce poi come in un sogno, con il sottofondo di respiri e mugolii della notte, quei rumori tipici di chi dorme, rendendo sbiaditi i contorni di un mondo evanescente, che ogni sera si presenta diverso e misterioso, sempre nuovo.

 

 

 

Alessandra Lacavalla

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di William Shakespeare

con Angela De Gaetano, Chiara De Pascalis, Enrico Di Giambattista, Nikola Krneta, Milivoje Lakic, Ana Mulanovic, Luca Pastore, Andrea Simonetti, Fabio Tinella

luci Davide Arsenio

costumi Stefania Miscuglio

elementi di scena Francesca Carallo

tecnico di compagnia Marco Oliani

adattamento e regia TONIO DE NITTO

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