“Scandalo”, ovvero l’incapacità di accogliere gli altri

Al Metastasio di Prato lo spettacolo di Franco Però che propone per la prima volta in Italia “Das Vermächtnis” di Arthur Schnitzler.

Scandalo6Cosa accomuna la Vienna dell’elegante borghesia di fine Ottocento e la società di oggi? Apparentemente poco o nulla, e probabilmente con questo pensiero si sono recati a teatro molti degli spettatori che hanno assistito a “Scandalo” di Franco Però, tratto da “Das Vermächtnis” del drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler. Trovandosi così di fronte a una piacevole sorpresa: un’occasione per riflettere sul concetto di ‘accoglienza’ e sul nostro rapporto con ‘l’altro’, ‘l’estraneo’, il ‘diverso’ da noi. Lo spettacolo, presentato dalla compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia a fine luglio al Mittelfest di Cividale del Friuli e ora impegnato in una tournée che ha toccato anche il Metastasio di Prato, è la prima presentazione italiana della commedia datata 1898. Si avvale della traduzione di Ippolito Pizzetti che, assieme a Però, ha fatto alcune personali scelte interpretative. A cominciare dal titolo: non il poco efficace corrispondente letterale – lascito, eredità, testamento, oppure dono, regalo – ma “scandalo”, che è poi l’argomento attorno a cui ruota la pièce. Viene offerto così un primo indizio di lettura.

Lo scandalo a cui si fa riferimento è certamente la scoperta del legame clandestino dell’amato primogenito di una famiglia benestante, Hugo Losatti, con una ragazza di bassa estrazione sociale e del figlio nato da quella relazione. Scandalo è la volontà del giovane, in punto di morte, di costringere i genitori ad accogliere in casa la ragazza e il bambino, costringendoli a una presenza che diviene ostacolo alle relazioni sociali della famiglia, abituata a vivere in un mondo di ipocrisia e perbenismo. Ma scandalo sono soprattutto le reazioni dei vari familiari che, incapaci di accogliere e accettare la giovane, passano dall’imbarazzo a una malcelata ostilità, sino alla vera e propria crudeltà. Perché, come afferma Però, «l’estranea, la straniera è colei che ti mette di fronte alle tue paure, mette in crisi le tue certezze e l’ambiente in cui vivi».

Scandalo5La scelta di far interpretare il personaggio di Toni Weber, la giovane amata da Hugo, alla brava Astrid Meloni è determinante per attualizzare una tale problematica. I suoi lineamenti, la carnagione, i capelli ricci e ribelli, lasciati sciolti in segno di libertà rispetto ai severi chignon e alle trecce delle altre donne in scena, insinuano l’idea dell’immigrata, con tutto ciò che questo comporta nel nostro immaginario. Non a caso (e per fortuna) durante l’uscita dal teatro abbiamo sentito più di uno spettatore porsi una domanda cruciale: «ma anch’io mi comporto così?». Un allestimento, dunque, che riesce con leggerezza, quasi impercettibilmente, a trasmettere un messaggio basilare. Una nota al merito va poi fatta, oltre che alle eleganti e rasserenanti scene di Antonio Fiorentino, alla recitazione degli attori. In un primo momento è apparsa quasi eccessiva, sin troppo carica, ma pian piano ci si è resi conto della sua efficacia. Una sottile inquietudine ha cominciato a insinuarsi in platea e a crescere via via che in scena si svelavano le tensioni tra i personaggi e le loro ipocrisie. Una inquietudine vibrante e sempre più percepibile, che si è trasformata in insofferenza di fronte all’ipocrisia e all’inadeguatezza del padre Adolf Losatti (un ottimo Franco Castellano), in fastidio di fronte alla mancanza di carattere della madre Betty (Ester Galazzi), fino a diventare rabbia nei confronti della chiusura mentale del parvenu Ferdinand Schmidt (Adriano Braidotti), fidanzato della figlia Franziska. Eccellente poi l’interpretazione di Stefania Rocca nel ruolo della cognata di Betty, Emma Winter. È lei a svelare i piccoli tic, le insicurezze, le dabbenaggini e il conformismo degli altri personaggi. Anche se, alla fine, l’unica a cui vanno tutte le simpatie della sala è la giovane Franziska (Lara Komar), l’unica che nel concreto si ribella ai pregiudizi di ceto.

Prato – Teatro Metastasio, 26 novembre 2015

Lorena Vallieri

SCANDALOdi Arthur Schnitzler

Traduzione: Ippolito Pizzetti; regia: Franco Però; scene: Antonio Fiorentino; costumi: Andrea Viotti; luci: Pasquale Mari; musiche: Antonio Di Pofi; coproduzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015.

Interpreti: Stefania Rocca, Franco Castellano e con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis*, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni* e Alessio Bernardi, Leon Kelmendi (*attori ospiti).

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