Sabato 23 a Porto Petraio di Napoli gli Evì Evàn

Dopo il grande successo dell’esibizione degli ‘o Rom e Daniele Sepe, altra tessera sonora del grande puzzle della world music a Porto Petraio. Dai Balcani e dalla Romania siano alla Grecia e al rebetiko, il “blues dell’Egeo”. La performance degli EVÌ EVÀN segna la V data della kermesse “TRAIN DE VIE – Musica su Rotaie”, voluta dalla label “AGUALOCA RECORDS” con la direzione artistica di DAVIDE MASTROPAOLO, e ospitata da “PORTO PETRAIO”. Formula invariata: opening aperitif ore 20:00, start concert ore 21:00.

Un concerto all’insegna di ritmi e melodie di un genere, il rebetiko, nato negli anni ’20 come colonna sonora identitaria del popolo greco, cacciato da Smirne e Istanbul a seguito della disastrosa guerra con la Turchia. Un repertorio che affonda le sue radici nei ghetti delle città e nelle vicissitudini del sottoproletariato urbano; una tradizione, quindi, che non ha nulla ha che vedere con la musica rurale, delle isole e del folklore. Ritmiche e sonorità non per turisti, ma che raccontano una vicenda storico-politica, sociale, che ha contenuti di ribellione, storie scritte sul pentagramma e intonate clandestinamente al buio della notte delle taverne, tra danze senza sorrisi sino alla stordimento dei sensi. Anarchia e povertà i motivi ispiratori di un canto corale che, quasi secondo un antico rito collettivo, doveva servire a esorcizzare le brutture dell’esistenza anche grazie a danze avite come l’hasapiko.

Canzoni di amori maledetti, disavventure della vita, passione per la danza, vino e narghilè trovano espressione in cadenze ora euforiche e sostenute, ora nostalgicamente malinconiche. Un itinerario musicale che si snoda dal ‘900 ai giorni nostri, tra Istanbul, Atene, Smirne, Salonicco sino a Napoli, fondendo suoni della tradizione orientale, balcanica, ebraica. Un modo anticonvenzionale e non certo oleografico di fare musica popolare; “è il virus di una grecità eccentrica” – ha scritto Moni Ovadia – “che ha trascinato con sé ogni tipo di cultura esule e meticcia così come il jazz ha incorporato nel suo linguaggio il ragtime, il blues, la musica leggera e quella colta mescolandosi con tutti i generi musicali come il samba, i ritmi caraibici, il rock.

E gli Evì Evàn, nel 2007 a Roma, esordiscono con il loro primo concerto proprio di musica rebetika. Dai tavoli delle taverne greche sino al grande palco dell’Auditorium del Parco della Musica, dai festival di paese alle trasmissioni radio/tv nazionali, gli Evì Evàn sono diventati “il riferimento del rebetiko in Italia”, come li ha definiti Pier Andrea Canei sul settimanale “Internazionale”. Al loro ultimo album intitolato “Rebetiki Diadromì” (Itinerario Rebetiko), autoprodotto, hanno collaborato artisti come Moni Ovadia, Daniele Sepe, Vinicio Capossela, Sofia Labropoulou e Nikos Nikolopoulos. In questi anni gli Evì Evàn hanno portato il rebetiko in tutt’Italia contribuendo a diffondere la conoscenza di una musica che nasce dal cuore e la cui arteria passa per il bouzouki.

Attivi anche nel teatro, hanno lavorato con Moni Ovadia e Antun Blazevitc negli spettacoli “Progetto Odissea” e “Lo zingaro felice”.

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