Ho scritto “Altrove” – scrive l’autrice e regista Paola Ponti – Una piccola cosa nel senso più bello del termine, perché parla di piccole cose. Cose così. La vita, insomma. Sognare è sognare, in generale non sembrerebbe complicato, da qualunque luogo si parta. Complicato è capire cosa si sogna. Darsi il diritto di poterlo pensare, il futuro. Avere la forza di immaginarlo.
E così il protagonista, interpretato da Mario Russo, è un ragazzo di periferia, senza istruzione, con un padre che lo guida alla vita di spaccio e persino allo sparare a mogli di nemici di quartiere.
La sua esistenza scorre inesorabile, salvo una insolita passione per il flauto traverso, per il quale comunque non si ritiene portato. Sembra non esistere nemmeno la possibilità di pensarlo un “altrove”, quando una sera, per caso, compare una giovane straniera che, a differenza del ragazzo, non ha ancora smesso di sognare.
Lo spettacolo, ancora in scena fino al 27 Novembre, è in effetti un piccolo spettacolo, semplice, pulito, sincero nel suo messaggio che però appare, attraverso il testo, la struttura narrativa, la regia e la recitazione, fin troppo elementare, un po’ ingenuo e didascalico non riuscendo quindi ad emozionare o coinvolgere in maniera incisiva.
Massimo De Lorenzo tratteggia con apprezzabili sfumature un padre già sconfitto e per questo deciso a trascinare il figlio in una vita senza speranza. Mario Russo è il migliore in campo soprattutto per una vibrante tensione scenica e una forte convinzione interpretativa. Più debole la prova di Constance Ponti alla quale però è affidato di certo il personaggio più difficile da afferrare e rendere vivo, intriso com’è di battute retoriche e a tratti melense.
Nel complesso, però, la piece si fa apprezzare per sobrietà e eleganza anche se qualche maggiore sforzo dal punto di vista dell’approfondimento psicologico dei personaggi e della evoluzione dei loro caratteri e delle loro scelte avrebbe di certo giovato.
Roma, Piccolo Eliseo, 18 novembre 2016
Giuseppe Bucci
