Quanto è poetica “La Fantasia”

Al Teatro di Rifredi di Firenze va in scena il viaggio liberamente ispirato a Bruno Monari del trio Dendi_Scalzi_Nardin.

Immaginate di sedervi e di assistere a quei meravigliosi viaggi della mente che facevate quando eravate bambini. Immaginate se da adulti, con le responsabilità, le consapevolezze e la maturità che servono per “essere grandi”, qualcuno vi conduca di nuovo dentro quel leggero vivere fatto di infinite e possibili realtà. Esisteva un modo per “trasformarsi” in un domatore, un cantante, poi magari in un astronauta, quando il circo o la rock star diventavano “occupazioni” già noiose. Lo spettacolo di (e con) Pasquale Scalzi, Edoardo Nardin e Francesco Dendi sembra volerci dire qualcosa di ovvio: serviva la fantasia. Nient’altro che quella. È evidente. Ma in questo mondo così tanto reale e concreto in cui tutti corrono, come su dei binari, in un’unica direzione, in cui ogni luogo è un non-luogo privo di individui e identità, è ancora possibile uscire da quegli schemi precostituiti?

fantasiaSul palcoscenico del Teatro di Rifredi di Firenze, uno spettacolo che si ispira, liberamente, a quel delicato e poetico modo di vedere la realtà di uno dei maggiori artisti e designer del secolo scorso: il milanese Bruno Munari. Un’estrosa creatività la sua, un modo tutto originale di comunicare non solo attraverso le parole, ma soprattutto con gli oggetti e le immagini. È proprio questo il punto di partenza per uno spettacolo che mette da parte orpelli, scenografie, ordinate e impeccabilmente perfette narrazioni in favore di qualcosa che è completamente diverso, puro linguaggio scenico. “La Fantasia. Un viaggio liberamente ispirato a Bruno Munari” è una rappresentazione che diverte e commuove per la semplicità con cui racconta di un luogo in cui tutto può accadere. Quando una palla può diventare un compagno di stravaganti avventure, un papillon può essere indossato al contrario su una camicia che ha una manica più corta dell’altra, così anche una valigia può contenere solo i diversi, infiniti, modi di essere. Anche un filo non teme di diventare un microfono, una chitarra o un violino, un vecchio può camminare col bastone ma avere le ali e al guinzaglio si può portare un cane immaginario che tira un goffo e sbadato padrone.

Fantasia-11Il trio Dendi_Scalzi_Nardin mette in scena una rappresentazione piacevolmente giocosa fatta di racconti che si compongono solo per scomporsi e ricomporsi in nuove storie. Tutto si realizza come dentro un film muto senza titoli né dialoghi, in cui uno dopo l’altro gli sketch sono condotti e guidati solo dalla musica di Edwin Lucchesi o dalle luci che creano perimetri scenici. Nasce così un insieme di momenti legati da un senso di delicata meraviglia proprio per quel modo così elementare ed essenziale di raccontare gli “effetti” della fantasia. Sul palcoscenico uno spettacolo fatto per lo più di leggero illusionismo, giocoleria, mimo, comicità ma anche arte e improvvisazione. Le tante capacità espressive che appartengono ad ognuno dei tre performer sono messe al servizio di codici corporei che bastano a comunicare tanto uno stato d’animo, quanto i sentimenti come la paura, lo stupore, la tristezza e il senso di sorpresa, la collera, la noia o la soddisfazione. La barba è un po’ la caratteristica comune a tutti e tre gli interpreti, è lunga, folta, ben evidente, è come il “luogo” da cui si districano e si dipanano le idee.

Una bella attenzione al dettaglio anche se il palcoscenico è privo di ingombri superflui e non si parla mai in scena. Quello che conta è la qualità di questo racconto in cui l’irreale diventa l’unica realtà possibile.  Arrivano così degli input dalla scena fino alla platea in grado di far reagire tutti indistintamente, adulti e bambini, tutti coinvolti nella stessa risata o nello stesso applauso. Viene da pensare che il senso d’immaginazione è un po’ come quella barba dei tre attori: appartiene a tutti ma spesso ci dimentichiamo di averla se non la tocchiamo con mano. Per qualcuno può essere più autentica, per altri tinta dei colori di un contesto in cui ci sentiamo di omologarci. Resta il fatto che c’è la fantasia, è parte dell’uomo, della sua stessa natura, e allora perché non lasciarsi ancora stupire?

Firenze – TEATRO DI RIFREDI, 23 marzo 2016

Laura Sciortino

LA FANTASIA. UN VIAGGIO LIBERAMENTE ISPIRATO A BRUNO MUNARIDi e con: Pasquale Scalzi, Francesco Dendi, Edoardo Nardin; musiche: Edwin Lucchesi; oggetti di scena e illustrazioni: Edoardo Nardin; disegno luci: Pasquale Scalzi; Costumi: Clotilde; foto: Serena Gallorini; in collaborazione con:  Teatrificio Esse, Terzo Piano Teatro, Compagnia Sirteta, La Gualchiera; Partner: Associazione Bruno Munari.

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