Quando Napoli e la Campania diventano “insolite e segrete”

Se pensate di conoscere tutto di Napoli e della Campania, tenetevi pronti a fare mea culpa. Arriva in libreria una preziosa doppietta editoriale: Napoli Insolita e Segreta (2017) e Campania Insolita e Segreta (2018) sono due volumi che non devono mancare negli scaffali di autoctoni e turisti, perché offrono una prospettiva diversa ed intrigante di quella che fu (fu?) la Campania Felix. Se, come afferma Corrado Augias in “Questa nostra Italia”, il turista è più concentrato su quel che vede, rispetto a chi abita, in Campania e a Napoli in particolare questa “distrazione” appare più grave, vista l’abbondanza di materiale (fisico e umano) a disposizione. Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini ci prendono per mano in un viaggio che nelle apparenti minutaglie trova la luce di vera emozione. In “Napoli”, che gode di una prestigiosa introduzione del Sindaco Luigi De Magistris ma anche degli interventi dei direttori dei musei archeologico e di Capodimonte, il lavoro è diviso in quartieri, senza trascurare le periferie. Refrattari ai cliché, gli autori affrontano un immenso volume di informazioni e di dati con leggerezza ma anche con esatta precisione, dando importanti riferimenti anche sul modo di raggiungere i luoghi, con tanto di numeri di telefono e siti web. Schede e approfondimenti non mancano, così come i riferimenti a quelli che sono veri e propri “tòpoi” del popolo napoletano (ad esempio il gioco del lotto), ma senza retorica né tantomeno sterile oleografia. Biblioteche, tipografie, chiese, musei, palazzi, archivi, persino caserme. Un caleidoscopio di cose e persone di rara intensità. Fa rabbia, tuttavia, pensare che poi, nei pochissimi e spesso svogliati uffici turistici della città, folle di turisti sbattano ogni giorno contro l’inefficienza e il disamore di chi dovrebbe essere il tramite tra la città e il mondo. Guide come questa sono un validissimo supporto per affrontare una realtà complessa, che spesso gli stessi napoletani non conoscono, e ancor più spesso non amano (a parte esteriori e superficiali indignate dimostrazioni più tifose che affettive, specie di fronte ai frequenti attacchi dei media del nord).

Ancor più utile, se possibile, la guida sulla Campania, che spesso – come accade nel Lazio con Roma, o in Francia con Parigi, viene spesso fagocitata dalla prepotente immagini del capoluogo, con isole e costiere, e al massimo con Reggia di Caserta annessa. E invece, va da sé, tutta la regione merita, eccome se merita. Valerio e Maria attraversano le cinque province da cima a fondo (è il caso di dire, per esempio per Baia sommersa), fornendo gustose idee per gite fuori porta, alla faccia della pigrizia che spesso assale chi vive in città, e non solo. Il Cilento, il Matese, il Sannio, l’Irpinia, rivivono così con abbagliante malìa, promettendo importanti scoperte e rivelazioni ad ogni curva. Ma noi non saremo soli: con questi due volumi, editi dalla Jonglez (che ha un’apposita collana, di stampo internazionale, sui luoghi “insoliti e segreti”), il viaggio diventa più appassionante. E la Campania, in un istante, torna ad essere Felix.
Antonio Mocciola

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