“Preghiera, un atto osceno”, il teatro sperimentale racconta la malattia

11044618_10206212706306704_7761380298326513523_nIl dramma di una malattia è ciò che vivono ogni giorno milioni di persone al mondo. Un parente caro ammalato, una diagnosi macabra vissuta sulla propria pelle, un’indagine fisica che riveli qualcosa di anomalo sono purtroppo tasselli della nostra vita: da questo spunto prende forma “Preghiera, un atto osceno”, lavoro di Margherita Ortolani, anche protagonista insieme a Vito Bartucca.

Lo spettacolo saltella da uno stile all’altro con grande facilità, grazie alla regia particolarmente animata di Giuseppe Isgrò, destabilizzando non poco lo spettatore, alla ricerca di un filo conduttore che non vuole farsi prendere. Ciò che rappresenta “Preghiera” è probabilmente un concept show, un mood malsano da trattare con registri diversi da solito, abbracciando il più colorito teatro sperimentale. Grande sforzo quello dei due attori in scena, che hanno dimostrato grande padronanza del palco grazie ad un impegno di memoria verbale e fisica sempre ad alto livello. Funzionali le scene di Igor Scalisi Palminteri e ben realizzati i costumi dello stesso Bartucca.

Gaetano Cutri

Napoli – Teatro Elicantropo 12 marzo 2015

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