Paure fatte a pezzi con “Crash!”

In occasione di Contemporanea Festival 2015, viene riproposto lo spettacolo di Katia Giuliani nello spazio dell’Istituto culturale di documentazione Lazzerini di Prato.

“Crash!” torna di nuovo a Prato per il Contemporanea Festival ad un anno di distanza dalla sua prima volta nell’Ex-chiesa San Giovanni. Lo spettacolo/performance dell’artista visiva Katia Giuliani è stato proposto per più giorni negli spazi dell’istituto culturale di documentazione Lazzerini, in una parte un po’ separata dalla biblioteca vera e propria, ma che ha potuto perfettamente trasformarsi nel percorso di una singolare rappresentazione.

crash-8115-1050x700Non c’è pubblico, non ci sono attori e soprattutto non c’è un vero copione nel lavoro della fiorentina Giuliani, quanto piuttosto delle regole che devono essere seguite con particolare attenzione, a partire già dall’ingresso nel luogo della performance che invita ad aspettare fuori il proprio turno. Solo una persona alla volta, o meglio, un unico soggetto fisico che diventa inconsciamente anche il performer attraverso cui la rappresentazione può compiersi: egli dovrà attentamente leggere i punti che permetteranno a questa esperienza di iniziare davvero, seduto di fronte ad una scaffalatura bianca su cui sono disposti oggetti e suppellettili di vario genere. Lo spettatore deve scegliere almeno tre tra tutti gli elementi in ceramica che ha davanti a sé, ad ognuno dei quali è assegnato un prezzo che ironicamente rimanda quasi al vecchio concetto del “chi rompe paga”. Si tratta in realtà di una scelta per associazione, in altre parole ad ogni oggetto si dovrà attribuire una particolare paura, una preoccupazione, ma anche un semplice nome che riconduce a turbamento e sarà possibile riportare l’origine di certe inquietudini sottoforma di tag, affinché ciò che sarà distrutto, abbia un più preciso riferimento.

Il bianco è il colore che domina anche la seconda stanza, completamente svuotata da ogni tipo di ornamento o addobbo e lasciata all’essenza di una sorta di “armatura” appesa alla parete. È la stessa Giuliani a mettere letteralmente addosso le parti di questa corazza chiara, e lo spettatore si lascia vestire e ricoprire come un guerriero dai piedi fino alla testa, su cui viene adagiata una sorta di elmetto con una visiera nera. Il nuovo rivestimento non facilita certo i movimenti di chi lo indossa, se si pensa poi che questo “ingombro” fisico è intensificato dalla mazza da baseball di ferro consegnata prima dell’ingresso nella successiva stanza.

L’ultimo ambiente è una vera e propria Anger Room, il luogo che permette di liberare tutta la rabbia che ognuno trattiene in sé; l’atto distruttivo si realizza anche grazie al brano musicale scelto per stimolare l’energia giusta nel dover affrontare le proprie inquietudini. Incredibilmente, trovandosi faccia a faccia con le preoccupazioni più intime, tutto ciò che fino a quel momento costituiva restrizione e difficoltà di movimento, inizia a non essere più sentito perché si libera una forza che non sente altro al di fuori del senso di annientamento di quelle paure, perché adesso è arrivato il momento di sfidare. Il rumore dell’“arma” che permette di accanirsi verso quegl’oggetti semplicemente appoggiati su una tavola bianca, risuona e rimbomba nella stanza come un’eco che fa aumentare allo stesso tempo il senso di un riscatto da un peso trattenuto, inconsciamente, dentro.

crash-8225-1050x700L’atto del rompere oggetti ripreso per “Crash!”, fa parte di una tradizione che già dalle civiltà antiche era il rimedio per allontanare gli oscuri presagi del futuro, ma anche la paura per le forze malvagie fatte di un’altra sostanza dell’uomo, in segno di buon auspicio. Il progetto di Katia Giuliani si lega a questo remoto bisogno dell’uomo a cui deve essere concessa la possibilità di entrare dentro un’azione catartica favorendo, almeno momentaneamente, la liberazione da ciò che grava sulla sua esistenza. Lo spazio intimo, privato e completamente svuotato da elementi “di contorno”, permette di compiere un vero e proprio rito gestuale che concederà l’occasione di chiudere personalmente delle questioni rimaste irrisolte, o anche semplicemente di sfogarsi nel pensiero di ciò che ha provocato una sofferenza, un forte dispiacere o una frustrazione.

Verrebbe da pensare: cosa rimane alla fine di questo breve atto liberatorio? Restano i cocci delle paure che erano state scelte per essere annientate… completamente fatte a pezzi! E il cuore ha davvero la percezione di sentirsi così leggero da poter battere senza sosta.

Prato – ISTITUTO CULTURALE DI DOCUMENTAZIONE LAZZERINI, 1 ottobre 2015

Laura Sciortino

CRASH! – PRIMO TENTATIVO DI GUARIGIONE O DI BUON AUSPICIOdi e con: Katia Giuliani; Costumi: Andrea Sicuro; Foto: Ilaria Costanzo.

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