Paolo Sideri: “Il mio Leopardi
un genio messo a nudo”

 

Sarà in scena dal 28 al 30 ottobre al Teatro Elettra di Roma, diretto da Orazio Ciancone su testo di Antonio Mocciola. Incontriamo Paolo Sideri, attore e regista, qui impegnato come interprete.

“Le ultime gocce” racconta un Giacomo Leopardi decisamente inconsueto,
con i suoi sentimenti “matti e disperatissimi” (come i suoi studi) e
probabilmente non corrisposti per Antonio Ranieri. Cosa ti ha spinto ad
incarnare questa storia così complessa e poco conosciuta?
Sono sempre stato devoto alla figura di Giacomo Leopardi che ho avuto il piacere
di scoprire e apprezzare col tempo, attraverso il ricordo collettivo e lo studio delle
sue opere. Era una persona tanto fragile, quanto lucida ed io ho sempre
ammirato questa sua caratteristica. Quando Antonio Mocciola mi propose di
interpretare questo spettacolo, stavo affrontando un periodo molto doloroso,
dovuto ad una grande delusione d’amore. Leggere questo monologo è stato
come vivere una catarsi. Ho pianto e mi sono totalmente immedesimato nel
protagonista: un Leopardi atipico, molto più umano e spoglio delle vesti del
“poeta”.
Lo spettacolo rappresenta il tuo ritorno da attore puro dopo le esperienze
dietro la macchina da presa. Dove ti senti più a tuo agio? Cambia la
percezione di te a seconda delle circostanze? E senti di più o di meno la
responsabilità?
Torno a recitare a teatro dopo circa tre anni. Il mio ultimo lavoro sul palcoscenico
è stato con Eva Martelli, regista e autrice che stimo (nonché mia maestra di vita e
di recitazione). Con lei mi calai nei panni di Marco Pantani, leggenda del ciclismo,
personaggio altrettanto tormentata e fragile. Non nego che interpretare ruoli di
questo calibro mi entusiasma moltissimo: mi danno forza e allo stesso tempo mi
insegnano molto. La regia, però, è ciò che mi gratifica di più. Mi sento sempre più
a mio agio dietro le quinte, probamente perché sono una persona estremamente
riservata e non amo stare al centro dell’attenzione più del dovuto.
Il sodalizio con Antonio Mocciola è cominciato con “La controra”, short film
che sta dando alla Picsat molte soddisfazioni. Dove si incontrano le vostre
poetiche?
Con Antonio ci conosciamo da circa tre anni. E’ un autore che stimo ed è stato
molto soddisfacente e stimolante lavorare con lui. Abbiamo due poetiche molto
distanti, probabilmente perché ci portiamo diversi anni, ma nonostante ciò, spinti
da una grande passione per il nostro lavoro e da un grande rispetto reciproco,
siamo sempre riusciti a trovare i giusti compromessi per mescolarci
artisticamente e creare qualcosa di ibrido… un po’ com’è stato per “La Controra”.
Quali sono i progetti futuri, come attore e come regista?
Sicuramente ho tantissimi progetti in cantiere, sia come attore e sia come regista,
ma preferisco svelarli al momento opportuno. Per ora mi concentro nel portare in
giro “Le Ultime Gocce”, insieme a delle persone meravigliose. Spero davvero
che questo spettacolo ottenga il successo che merita.

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