“Non chiamarmi Joan Crafword”
Ascese e cadute di una diva

Jessica Ferro interpreta Joan Crawford alla Bottega degli Artisti

 

Breve e abbacinante come un fulmine, “Non chiamarmi Joan Crawford” è uno sguardo feroce e allo stesso tempo indulgente sulla diva americana, che Antonio Mocciola confeziona per Jessica Ferro e la regia di Francesca Bruni. Nel delizioso scrigno del Teatro Bottega degli Artisti di Roma, la vicenda prende vita proprio in quello che sarà l’apice della carriera della Crawford, la consegna dell’Oscar per “Il romanzo di Mildred”. L’annuncio, via radio, è accolto dall’attrice texana con stupore e meraviglia, costringendola ad una frettolosa conferenza stampa direttamente dalla sua camera da letto, dove si era rifugiata per evitare umilianti sconfitte pubbliche. L’occasione è ghiotta per ripercorrere la sua vita, tra ascese improvvise e rovinose cadute, fino a squarci dolorosi su un’infanzia rubata, e i problemi di alcolismo.

Con una scenografia essenziale, ma estremamente suggestiva, la Bruni guida Jessica Ferro attraverso una stanza virtuale di ricordi e rimpianti; una bambola rappresenta la figlia Christina – carnefice della madre nel suo libro “Mammina cara”, da cui il celebre film – mentre lo specchio senza vetro è il passaggio da uno stato all’altro della vita.

Se il testo di Mocciola indaga con precisione chirurgica i momenti-chiave della vita dell’artista – all’epoca neppure quarantenne ma già frettolosamente liquidata come “finita” – la Ferro aderisce in modo straordinario e credibile al personaggio, dando calore alla sua creatura, e toccando tutte le corde, soprattutto drammatiche, dello scritto. Precisa e coerente la regia di Francesca Bruni, che asseconda l’eleganza della sua attrice ma non ha timore di “sporcarla” con un trucco feroce e movimenti sbracati, quando – non vista – la diva torna donna, e forse bambina.

“Non chiamarmi Joan Crawford” si muove su territori di teatro biografico, ma in fondo può essere letto anche come un piccolo saggio sul sistema dell’industria dello spettacolo, che può esaltare e stritolare nel giro di un ciack. Un bellissimo esperimento, innovativo e originale.

Emil Caruso

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