“Nel campo delle viole”
nascono sogni di legalità

La tradizione vuole che la viola sia il fiore più umile, l’ultimo dei fiori, contrapposto alla rosa, il fiore più nobile. Differente è anche il simbolismo cromatico, fondato sul contrasto tra il colore tipicamente rosso della rosa e il blu-violetto della viola: l’uno indica la bellezza della vita e la passione amorosa, l’altro è associato al dolore e al lutto. Nello spettacolo diretto da Diego Sommaripa, in scena al Teatro di Sotto di Napoli fino all’8 marzo, le viole diventano, invece, i fiori dell’immortalità e della memoria storica. Il campo delle viole diviene il campo dello spirito, dove è possibile continuare ad esistere nella morte, perché solo chi è in grado di ricostruire la storia della propria terra sopravvive al tempo. Sospesi tra un passato da ricordare, un presente da raccontare e un futuro da insegnare, i protagonisti del testo “Nel campo delle viole”, scritto dallo stesso Sommaripa con Ivan Scherillo e Marianna Grillo, giocano alle “costruzioni” con i pezzi di qualcosa che è andato distrutto come la loro vita. Una corda e il mare, un biliardino e l’interesse per la pittura sono i simboli universali della durata, quei ricordi che li tengono legati ai fili di una vita spezzata ingiustamente da un male che sembra ancora incurabile. Ma una speranza per cambiare il mondo esiste, basta costruirla insieme, basta iniziare a sognarla per poi lottare uniti in difesa della legalità e di quei valori civili e sociali che le mafie hanno calpestato. Ed è proprio quello che tentano di fare Antonio, Simonetta e Salvatore, utilizzando il loro pensiero come tramite tra l’aldilà e i luoghi della loro esistenza.
Fanno parte del lungo elenco delle cosiddette vittime innocenti della camorra Antonio Landieri (Paolo Gentile), un venticinquenne con disabilità motoria sparato per sbaglio il 6 novembre 2014 durante la faida di Scampia; Simonetta Lamberti (Claudia De Biase), uccisa a soli 11 anni nel corso di un attentato il cui obiettivo era suo padre, il giudice Alfonso Lamberti; Salvatore Nuvoletta (Alessandro Palladino), un carabiniere in servizio a Casal di Principe che ha donato la vita nel momento in cui la perdeva all’età di 20 anni a causa di una spietata resa dei conti.
Di fronte a loro e contro di loro un politico corrotto con la malavita organizzata (interpretato da Ivan Boragine), il quale, affiancato dalla sua donna (Sara Saccone), dal nome emblematico di Echia, e dal suo braccio armato, Corrado (Salvatore Presutto), è ossessionato dalla conquista del potere.
I brani e le musiche dal vivo di Marcello Cozzolino fanno da cornice ad uno spettacolo che è tutto giocato sulla contrapposizione cromatica tra il nero e il bianco, il buio e la luce, la gioia e il dolore, così come l’ambientazione cupa di un interno domestico si contrappone ad immagini vivide e sconfinanti nel surreale.
Bravi tutti gli attori, i quali, sia nelle scene corali sia nei dialoghi, integrati da parti monologiche, hanno dato prova di abilità interpretativa e mantenendo costante l’equilibrio tra leggerezza e pathos sono riusciti ad arricchire il testo con la giusta dose di immedesimazione.
Valida anche l’intuizione registica di stravolgere la soluzione canonica del palcoscenico con l’allestimento (curato da Armando Alovisi) di due spazi scenici paralleli in cui ospitare il pubblico, che si ritrova in mezzo a due trincee, completamente partecipe del conflitto tra vittime e carnefici, come se lo vivesse in prima persona. Non è infatti la denuncia la finalità della rappresentazione, ma l’invito alla presa di coscienza che la verità è figlia delle nostre azioni. E l’osservazione diventa un racconto da narrare, focalizzato su un continuo alternarsi di punti di vista antitetici, in cui l’opposizione capovolta tra “pars destruens” e la “pars costruens” sottintende l’ossimoro della vita.
Il finale si tinge di utopia e la scelta di Echia si presta per la messinscena della rinascita di una città. Hic et nunc, per non dimenticare.

Annalisa Castellitti

Napoli, Teatro di Sotto, dal 28 febbraio al 1 marzo 2015

NEL CAMPO DELLE VIOLE di Ivan Scherillo, Diego Sommaripa, Marianna Grillo

regia Diego Sommaripa

con Ivan Boragine, Sara Saccone, Salvatore Presutto, Claudia De Biase, PaoLo Gentile, Alessandro Palladino

scene Armando Alovisi
musiche originali Marcello Cozzolino
assistente alla regia Grace Lecce

Premio Li Curti 2012 miglior spettacolo – miglior attrice Claudia De Biase menzione speciale al Premio A. Landieri 2013

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