Montagne russe al Teatro La Cavallerizza Milano

Montagne russe alla Cavallerizza di Milano

Un intrigante testo di Éric Assous, commediografo famoso in Francia ma sconosciuto in Italia, proposto degli Eccentrici Dadarò

All’inizio, Montagne russe può fa pensare a uno degli episodi del Girotondo di Schnitzler; poi alle più ficcanti schermaglie amorose delle Relazioni pericolose di Laclos. Ma un poco alla volta vi si riconosce, nella leggerezza e nella maliziosa intelligenza dei dialoghi, quell’esprit de finesse, tipicamente francese, che permea, ad esempio, i più fascinosi film di Rohmer.

L’autore, Éric Assous, nato a Tunisi circa sessant’anni fa, vive a Parigi: sceneggiatore, drammaturgo e regista, è famoso in Francia; non in Italia.

Particolarmente apprezzabile, quindi, l’operazione di recupero di un testo ad un tempo brillante e tenero, effettuata dagli Eccentrici Dadarò, una compagnia lombarda che affianca a spettacoli di teatro ragazzi, sempre di fattura accurata e buona qualità drammaturgica, produzioni destinate anche a un pubblico adulto.

All’inizio lo spettacolo mostra una coppia in una situazione abbastanza classica: un piccolo, frustrato dirigente d’azienda, in assenza della moglie, rimorchia una sera, al bar, una donna piacente, ben più giovane di lui, e la porta a casa, nella speranza di consumare un’avventura erotica. Ma a questo punto    la vicenda inanella una serie di colpi di scena, ognuno dei quali rovescia la situazione che era sembrata delineanMontagne russe al Teatro La Cavallerizza Milanodosi; fino all’ultima rivelazione che però, a differenza delle precedenti, si insinua lentamente, con delicatezza, e si risolve in un finale inaspettatamente tenero.

In questo continuo accavallarsi e sciogliersi di situazioni, le montagne russe del titolo non sono solo la citazione di una battuta finale, riferita a un vero parco di divertimenti, ma alludono all’andamento altalenante della vicenda. Rossella Rapisarda (attrice polimorfa, figura storica degli Eccentrici Dadarò) e Antonio Rosti (anch’egli attore di lungo corso) restituiscono con magistrale efficacia la complessità dei caratteri dei due protagonisti, rivelando a poco a poco, dietro gli apparenti stereotipi, la profondità, in ambedue, di un vissuto che emerge solo nel finale.

Non secondario l’apporto dell’essenziale scenografia di Marco Muzzolon, e il contrappunto del disegno luci, discreto quanto raffinato, del regista stesso, Fabrizio Visconti.

Ogni tanto fa bene al cuore assistere a uno spettacolo che non pretende di ascriversi alla categoria della ricerca né dell’avanguardia, che è semplicemente un bell’esempio di teatro d’attore e di regia, su un testo intelligente e coinvolgente. Scusate se poco.

Claudio Facchinelli

Visto al teatro Cavallerizza di Milano il 13 maggio 2017

 

Montagne russe
di Éric Assous; regia di Fabrizio Visconti; con Rossella Rapisarda e Antonio Rosti.

Scene di Marco Muzzolon; costumi di Mirella Salvischiani; disegno luci di Fabrizio Visconti.

Musiche originali Marco Pagani

Progetto La Gare/Eccentrici Dadarò in coproduzione con Arterie C.I.R.T.

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