” Monocle – portrait de S. von Harden”, disegno di un’epoca

Messinscena asciutta, incisiva ed efficace, lo spettacolo è solo apparentemente la ricostruzione suggestiva ed icastica di una genesi artistica, cioè della tela, nota appunto come Monocle, che Otto Dix realizzò ritraendo la giornalista e poetessa Sylvie von Harden, androgina protagonista della Berlino pre-nazista.

MONOCLE_010In realtà, Monocle, apologo teatrale, tragico e brillante, scritto e diretto con grande intelligenza da Stéphane Ghislein Roussel, prova a restituirci, attraverso la voce e il gesto della von Harden, il senso e la temperatura di un’epoca, di una società e di un mondo che repentinamente passò dall’ebrezza della libertà e della gioia, alla prostrazione della paura e della repressione.

Così, sullo sfondo di un ipotetico dialogo tra Otto Dix e la musa della nota tela conservata al Centre Pompidou di Parigi, intercettiamo una Berlino vivissima e trasgressiva, la Berlino del Ballhaus, dei frequentatissimi cabaret in cui Sylvie amò la bella Marta e si concesse a donne ed uomini, una metropoli in cui tutto era possibile, una città libera attraversata dal clima euforico di una scintillante rivoluzione dei costumi e delle arti.

SylviaLa von Harden, come giustamente ebbe a dire il pittore della Neue Sachlichkeit, nella sua marcata imperfezione fisica, nella sua definita mascolinità, nella sua disarmonica asimmetria somatica, assurgeva ad emanazione psichica di quell’era ed infatti il bravissimo Luc Schiltz, interpretando la von Harden, dà vita ad un personaggio che nella sua fragilità e nella sua complessità coglie appieno le contraddizioni e le eterogeneità di un fenomeno socio-culturale tanto caleidoscopico quanto frangibile ed effimero.

Insomma, lo spettacolo, realizzato con precisione e ironia dal regista Stéphane Ghislaine Roussel, configurandosi come interessantissimo nodo di convergenza di diverse traiettorie, sia etiche che estetiche, offre importanti e arguti spunti di riflessione sia relativi alla concreta realizzazione del capolavoro di Otto Dix sia funzionali a leggere e comprendere la ciclicità di determinate dinamiche della storia, ammonendoci sulla prossimità del male, quel male che si annida negli interstizi del tempo e improvvisamente irrompe devastando conquiste, progetti e speranze.

 

Napoli – GalleriaToledo,15/04/2014

Claudio Finelli 

 

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