“Maternity blues (from Medea)” una luce di speranza tra le ombre della maternità

In scena ad Avamposti lo spettacolo scritto da Grazia Verasani per la regia di Elena Arvigo sul tema delle madri infanticide.

4-maternity-blues-elodie-treccani copiaI potenti versi della “Medea” di Euripide, cadenzati da una voce femminile fuori scena prima in greco antico, poi in traduzione, riecheggiano al Teatro Manzoni di Calenzano. Sta per cominciare “Maternity blues (from Medea)”, lo spettacolo scritto da Grazia Verasani per la regia di Elena Arvigo, presentato in esclusiva regionale in occasione del festival Avamposti del Teatro delle Donne. Il tema affrontato è uno dei più complessi, destabilizzanti e certamente angoscianti dalla Grecia a oggi: quello delle madri che uccidono i propri figli. Come può colei che per definizione è donatrice di vita trasformarsi in chi quella vita la toglie? La semplicistica risposta della società è il tabù e la rimozione. Il sentimento ambiguo che una donna può provare per il figlio appena nato fa paura perché mina le certezze. Più facile relegare ai margini le cosiddette ‘madri cattive’, classificandole come monstrum contro natura. Eppure oltre il 70% delle donne è colpito dalla cosiddetta sindrome post-parto o, appunto, maternity blues (la madre triste). Madri vulnerabili, lasciate sole ad affrontare il proprio rifiuto per un legame mitizzato, fino a quando non compiono il gesto estremo: l’accanimento sui figli.

5-maternity-blues xhildha-lapardhaja-foto-marcello-norberth copiaLa grandezza di “Maternity bues (from Medea)” è proprio quella di offrire uno sguardo in controcampo sull’animo tormentato di chi quel gesto lo ha compiuto. Uno spettacolo che chiede di sospendere il proprio giudizio e lasciare a casa i falsi pietismi per fare spazio a una profonda capacità di comprensione e ascolto, di ‘accoglienza’. L’impatto emotivo è fortissimo e arriva dritto allo stomaco. Siamo senza protezione di fronte al dolore rinchiuso nella stanza di una struttura psichiatrica giudiziaria dove le quattro protagoniste sono costrette a una convivenza forzata. Scontri, ma anche solidarietà e tenerezza. Sono quattro donne comuni, come sottolineato dal loro aspetto e dagli abiti, ma con profonde diversità di carattere. Ad accomunarle il fatto di essere colpevoli (o forse vittime?) dello stesso crimine: aver ucciso un figlio. La tormentata Eloisa (la stessa Elena Arvigo) con la sua vita al limite, tra droga e amori violenti; la candida Rina (Xhilda Lapardhaja), ancora infantile nei sentimenti e che guarda al proprio delitto con i grandi occhi stupiti di bambina cresciuta troppo in fretta, ma che ancora non ha smesso di credere alle favole; la sognatrice Marga (Elodie Treccani), l’ultima arrivata; la disillusa Vincenza (una strepitosa Amanda Sandrelli), incapace di sopportare il dolore per ciò che ha fatto. Aspetti diversi di una stessa tragedia che ha colpito donne comuni, donne come noi, e di cui bisogna iniziare a parlare perché chi è in difficoltà trovi il coraggio di chiedere aiuto.

Calenzano (FI) – Teatro Manzoni, 19 settembre 2015

Lorena Vallieri

MATERNITY BLUES (FROM MEDEA)di Grazia Verasani

Regia: Elena Arvigo; musiche: Giuseppe Fraccaro; scene: Lorenza Indovina; voce off: Alessandra Salamida. Esclusiva Regionale.

Interpreti: Amanda Sandrelli, Elodie Treccani, Xildha Lapardhaja, Elena Arvigo.

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