Maria Mazzotta & Redi Hasa per il penultimo appuntamento di Train de Vie

Sabato 30 aprile 2016 ore 21:00 Maria Mazzotta & Redi Hasa live, per la prima volta a Napoli, a Porto Petraio (Salita Petraio n. 18/D) nell’ambito della III edizione della rassegna Train de Vie – Musica su Rotaie. Contributo al concerto Euro 10,00; gradita la prenotazione.

Giunge quasi al termine del suo iter attraverso i vari territori della world music la III edizione di “Train de Vie – Musica su Rotaie”, voluta dalla label Agualoca Records con la direzione artistica di Davide Mastropaolo, e ospitata da Porto Petraio. Formula invariata: opening aperitif ore 20:00, start concert alle 21:00.

La penultima fermata di questo viaggio è su di un ponte musicale tra il Salento, lingua di terra protesa tra Europa e Oriente, e Tirana, capitale di una terra ricca di storia e contrasti. Un sodalizio in note che, sorto quasi per divertimento nel 2005, scopre affinità musicali profonde, vive di repertori antichi accanto a libere improvvisazioni e riletture. Così, nel 2010, nasce “URA” (Finisterre, 2014), progetto discografico d’esordio dei due artisti, espressione di una volontà di ricerca che leghi le note potenti del violoncello alla leggerezza della voce, prendendo in prestito tradizioni delle reciproche terre e di quelle che incontrano lungo il loro cammino. Nuovi brani e arrangiamenti inediti di pezzi aviti prendono corpo l’uno dopo l’altro. La sintassi sonora del violoncello di Redi Hasa vibra e sostiene, fondendosi con lei, la timbrica di Maria Mazzotta in un gioco sapiente e consapevole di simmetrie e dissonanze per dar voce alle storie del Sud Italia, dei Balcani, dei migranti che, lungo il tempo e i luoghi, si sono spostati nella vecchia Europa. Racconti in musica che i due interpretano secondo il loro sentire, trasformandoli in suono che avvolge e narrazione che affascina, dosando con misura sperimentazione ed estro. Hasa raffina col suo violoncello le trame di queste vicende, ne intreccia e rintraccia armonie, melodie e dissonanze, che la voce della Mazzotta dipana svolgendo con vocalità limpida e ferma in una rielaborazione della tradizione. Questo fulcro ideale del Mediterraneo, tra Adriatico, Carpazi, Balcani e Sud Italia, unisce lingue e note di diversi repertori come, ad esempio, nel primo brano dell’album, “Del cielo e della terra”, pezzo originale, che ci introduce in un universo sonoro fatto di mille sfumature. “Maria”, invece, è cantata in griko, la lingua delle antiche comunità grecaniche della Puglia, e ci conduce facilmente alla melodia montenegrina di “Sladjano Moje”. In “Ederlezi”, poi, il duo raggiunge uno dei suoi apici: questo brano della tradizione rom, infatti, eseguito da numerosi artisti internazionali, è qui interpretato nella sua forma più pura grazie al vibrato della Mazzotta e alle armonie del violoncello. “Ohri” è una composizione originale per violoncello solo e dalle sue note discende il ritmo che ci scorta sino in Tracia per “Tou Margoudi”, pezzo tradizionale tra i più importanti di quella regione-ponte. Si torna in Italia per “Cicerenella”, popolarissima tarantella del Settecento che la Mazzotta trasforma in un gioco vocale assai efficace e riuscito. Ritmo di danza frenetica e voce tra le corde nel “Krivo horo” della tradizione bulgara: un intreccio complesso reso semplice dalla perfetta sinergia delle parti. Il canto tradizionale albanese “Kno mi qyqe” e il celebre scioglilingua rumeno “Dumbala dumba” completano questo progetto musicale articolato e composito, che i due artisti presentano dal vivo per la prima volta a Napoli dinanzi al pubblico di “Train de Vie” a Porto Petraio.

“Abbiamo sfidato le freddi notti d’inverno con tempi dispari, strofe in rima, il vibrato del canto” – dice il duo. “Così, nota dopo nota, l’anima si è liberata giocando svelata tra le corde della voce e del violoncello. Abbiamo poi cercato e mescolato la musica e le lingue. Dalle pianure del Sud Italia ai Balcani, fino ai Carpazi. Sembrava una sfida solitaria, un gioco di virtuosismo e invece con quelle melodie e quei ritmi abbiamo costruito un ponte – ura in albanese – e vogliamo attraversarlo insieme a voi, ora – ura in salentino”.

Della loro musica, Ludovico Einaudi scrive nelle note di presentazione al disco: “Grazie a Maria Mazzotta e a Redi Hasa, ci si trova subito catapultati nei densi e vivaci aromi dei Balcani. Della maestria vocale e strumentale si resta sbalorditi, c’è unione perfetta e grande naturalezza nell’esecuzione di brani melodicamente e ritmicamente molto impegnativi. Preziose sfumature armoniche insieme a un piglio improvvisativo che trasmette un senso di freschezza che si rinnova ad ogni istante.”

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