Mari, Tino Caspanello racconta le contraddizioni dell’ amore.

Il silenzio è un rumore a cui non siamo più abituati. Abbiamo trovato mille nuovi linguaggi, dimenticando quello dei gesti, degli sguardi e delle emozioni. Ci si può ascoltare senza parlare e scoprire che il silenzio non è sempre un nemico, ma in alcuni casi avvicina, fa innamorare, scioglie dubbi e offre soluzioni. Questo è il messaggio profondo di “Mari”, lo spettacolo che Tino Caspanello, attore e regista messinese, insieme a Cinzia Muscolino, ha riproposto il 13 gennaio, a dieci anni dal debutto, in occasione del “Teatro cerca casa”, la rassegna di spettacoli itineranti negli appartamenti privati di Napoli e Campania, ideata dal drammaturgo napoletano Manlio Santanelli. 

mari

La scenografia è essenziale e suggestiva proprio come i sentimenti che devono essere raccontati. A riempire la scena ci sono un uomo, che tenta di pescare in riva al mare per immergersi in pensieri e solitudine, e la sua donna che, smarrita e confusa, cerca con ostinata disperazione un approccio nuovo e diverso che possa darle risposte. Nulla è lasciato al caso in questa rappresentazione. Il mare, davanti al quale la coppia si intrattiene per lungo tempo prima di fare ritorno a casa, nasconde un’infinità di significati e raccoglie tutta la forza e la dolcezza del “non detto”. La notte, a cui è affidato questo incontro, è il momento del sogno, dell’incanto e in quanto tale rappresenta una pausa dalla realtà, ma è anche specchio delle angosce e delle passioni più vere. Viene, quindi, descritta una terra di confine in cui “allontanarsi” e “toccarsi” diventano sinonimi, perché in fondo ogni cosa è anche il suo contrario e un ripetuto addio consolida un’unione. La lingua scelta è quella siciliana, in particolare il messinese, caratterizzata, a differenza del catanese e del palermitano, da pochi termini e un andamento ondulatorio, simile a una partitura musicale, al mare dello stretto e al rapporto che intercorre tra l’uomo e la donna protagonisti. La giuria del Premio Riccione 2013 ha assegnato un premio speciale a “Mari” definendolo un “delizioso duetto musicale in dialetto messinese”.

Gabriella Diliberto  

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