“Lungs”, la coppia
tra procreazione ed ecologia

Nel dramma del giovane e autore Duncan Macmillan, già affermato sulla scena inglese, i punti cardine della vicenda (progettazione, concepimento e nascita di un figlio) sono intrecciati alle problematiche ambientali, in una dialettica costante tra l’Uno e l’Universo.
Le paranoie ecologiche sono dietro l’angolo. Cosa è più importante, la riproduzione o la sopravvivenza del pianeta? La nascita di un bambino, oltre per la destabilizzazione dell’equilibrio di coppia, va considerata anche in rapporto al suo impatto ambientale. Le persone stupide fanno i figli. Si vedono in giro troppe mamme in tuta e sigaretta accesa. Quelli che leggono i libri, informati e consapevoli, invece no. Ci riflettono, non sempre in maniera serena. Il codice genetico di questi ultimi ha minori possibilità di sopravvivenza. Occorrerebbe utilizzare la sterilizzazione per i primi e l’eugenetica per i secondi, si chiedono i due personaggi. All’inizio l’istinto materno di lei sembra represso, perché ma poi se si pensa troppo si rischia di non fare una cosa. Le circostanze perfette che non arrivano mai e quindi sono perfette. A questo atteggiamento istericamente ponderato sembra contrapporsi l’autismo maschile, dovuto alla mancanza di empatia frequentemente attribuita dall’altro sesso. Il bambino (perché chiamarlo feto? perché descriverlo con un lessico alimentare, lenticchia, nocciola ecc.?) porterà comunque cambiamenti nella coppia, non solo nel corpo: lei non fuma più e lui comincia a fumare, lui non vuole sposarsi ma cambierà idea. Il bambino, il nuovo ingranaggio della macchina capitalistica concorrerà al disastro ambientale. O forse sarà proprio colui che ne troverà la soluzione. Gli ultimi venti minuti, dove sono rappresentati in maniera stilizzata le varie fasi della vita del figlio e dei genitori fino alla vecchiaia, era già condensato nella frase “Se ne vanno di casa e ti odiano”.
Il ritmo drammaturgico è dettato fin dall’inizio dal respiro, dall’uso dei polmoni, traduzione italiana del titolo Lungs. “Respira” dice il protagonista alla sua compagna, sorpresa dalla sua richiesta di fare un bambino mentre sono in fila all’Ikea. L’iperventilazione è una costante della protagonista nei momento cruciali della narrazione, sottolineando la sua emotività. La recitazione, nonostante i dialoghi serrati, non diventa mai eccessivamente concitata. La regia misurata di Massimiliano Farau punta più sulla parola, sul movimento e i veloci cambi di scena, che sulle luci, che illuminano un palcoscenico coperto da un tappeto celeste. Lo spazio vuoto è interamente occupato dal talento e dalla preparazione dei due attori, Sara Putignano e Davide Gagliardini, che indossano dei comuni jeans, camicia e scarpe da ginnastica, quasi banali, sottolineando dialoghi comuni e fuori dal tempo che potrebbero essere quelli di qualsiasi coppia dagli anni ’80 in poi.
Lo spettacolo prodotto dalla Fondazione Teatro Due è in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 6 dicembre.
Miriam Andrisani

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