LO SCANDALO DI CHI NON E’ CONFORME

Capita che a volte, prima di qualsiasi analisi e di qualsiasi considerazione, si imponga un giudizio immediato, emotivo, empatico. Insomma, un giudizio umano. Ed è proprio con questo giudizio che mi piace presentare MDLSX, l’ultimo lavoro dei MOTUS, gruppo rappresentativo della scena più innovativa e stimolante del teatro contemporaneo.

Ecco: MDLSX è uno spettacolo straordinario e Silvia Calderoni è un’attrice bravissima, una delle migliori interpreti del teatro del terzo millennio in Italia!
La grandezza di quest’ultimo progetto dei sempre sorprendenti Enrico Casagrande e Daniela Francesconi Nicolò sta proprio nell’incisività e nella lucidità con cui affronta le tematiche del genere e dell’identità in maniera diretta e reale, abbandonando pretese “scientifiche” e disposizioni razionali.
L’idea di ricostruire per la scena un percorso biografico, quello della vita della protagonista dall’infanzia fino ai nostri giorni, attraverso la sintesi narrativa di codici diversi, dalla musica alle immagini, passando per l’elaborazione drammaturgica e il linguaggio corporeo, traduce in maniera immediata il senso stesso della messinscena che intende infrangere qualsiasi astratta categoria atta a determinare profili esistenziali e stili di vita.
Già dalla nascita, d’altronde, la protagonista, dalla bellezza stravagante, glabra e androgina, lamenta il fatto di essere stata costretta ad appartenere ad un genere biologico senza essere mai stata coinvolta. Un’appartenenza decisa dalla presunzione e dalla meticolosità nazista di certa chirurgia cartesiana che impone categorie e gruppi di appartenenza in maniera arbitraria, senza aver riguardo per la sofferenza che ne può derivare.
La riflessione sull’identità, d’altro canto, non riguarda solo l’Io, ma anche il Noi, anche il nostro modo di essere in relazione e di percepire il senso d’appartenenza.
Ecco perché MDLSX non è uno spettacolo che parla solo dell’impossibile IO ma anche dell’impossibile NOI e della conseguente refrattarietà, da parte di chi scopre la ricchezza della propria unicità, a farsi determinare da altri. MDLSX celebra in maniera euforica ed allucinata il rifiuto per le pratiche normalizzanti che tendono a stigmatizzare come mostri tutti coloro che vivono in uno stato di fisiologica asistematicità.
La protagonista, che durante la storia scopriremo essere una persona intersessuale, caratterizzata da una forma di ipospadia, è costretta a subire, sin dall’età neonatale un forzato processo di femminilizzazione da cui non consegue, però, alcun giovamento ma solo un atroce e irreversibile senso di inadeguatezza. Una frustrazione intollerabile.
A quarant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, la lezione sembra sempre la stessa: chi non è conforme desta scandalo. E allora non possiamo che ripetere come un mantra le parole della protagonista di MDLSX e accodarci al suo giustificato anatema: Maledetti conformisti, scrivere categorie è come scrivere con un dito sull’acqua!

Claudio Finelli

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