“L’isola di Pietra”, le risposte sulla vita tra gli scogli di Ventotene

17_gerlaL’isola di Pietra è la prima prova letteraria di Francesca Gerla, giovane redattrice e traduttrice napoletana, che nel 2013 ha deciso di pubblicare il suo romanzo dal sapore autobiografico per la casa editrice Homo Scrivens, di cui dal 2012 è caporedattrice.

Pietra è “una donna di una bellezza per nulla scontata”, dal fisico esile e adolescenziale che cerca e, infine, trova, lungo il percorso della sua vita, le risposte alle sue domande più difficili. L’ex ragazzina che si arrampicava con l’agilità e la curiosità di un piccolo felino sugli scogli di Ventotene, terra intrisa di odori a lei familiari e di indelebili emozioni, è ormai una donna prossima al parto.

Nelle lunghe ore di travaglio che dividono Pietra dalla conoscenza del volto di suo figlio Pierluigi, ogni fitta dolorosa, ogni immagine, ogni parola diventa, nello stesso tempo, diapositiva del suo passato e conseguenza delle sue scelte. Il viaggio del feto verso il primo vagito corre parallelo al viaggio dei pensieri della madre, che ripercorre tappe della sua esistenza, come la purezza dell’adolescenza, l’ostinazione del suo amare incondizionato, la scoperta di se stessa attraverso quella del mondo e, dunque, la consapevolezza di ciò che realmente vorrebbe essere.

Francesca Gerla, con la maestria della sua penna educata all’eleganza e alla semplicità, riesce a creare un dialogo intimo con il lettore, permettendogli di farsi conoscere senza alcuno sforzo e di immedesimarsi nei vorticosi voli del suo animo, travolto dalle dinamiche confuse dell’amore e della vita. Lo sguardo con cui Pietra accarezza il mondo che la circonda è diverso dal mondo stesso e la sua storia, apparentemente simile a tante, diviene, come lei, speciale e piena di vita. L’autrice sembra voler sottolineare la difficoltà e l’importanza di conoscere se stessi prima che sia troppo tardi, ma niente di ciò che caratterizza il percorso di crescita della protagonista appare davvero come un errore.

Tutto sembra condurre Pietra dove le sue gambe lunghe e sottili volevano da sempre condurla, seppure ne fosse stata per molto tempo inconsapevole. In sole duecento pagine, l’autrice riesce a narrare e a soffermarsi su ogni aspetto senza tralasciare nulla in modo distratto e senza correre il rischio di banalizzare persone, valori e sentimenti. La sensazione che lascia è quella di non dover sottrarre o aggiungere un solo rigo a questo delicato affresco.

L’isola di Pietra, Francesca Gerla
Napoli, 2013, Homo Scrivens, pp. 202

Gabriella Diliberto

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