“La rivoluzione delle parole è l’occasione per indagare i meccanismi che possono rivoltare le condizioni del nostro presente, di una crisi così organica che si fa dimenticare: il linguaggio come territorio di costruzione di un nuovo immaginario, che non solo resista al contemporaneo ma tenti di realizzare un futuro, ora e qui. Senza più rimandare quest’appuntamento”. L’appuntamento è creato dalla presenza di Mariangela Gualtieri durante il giorno di chiusura del festival Short Theatre, giunto alla sua nona edizione.
“Le giovani parole” si susseguono in un rito sonoro che tocca in modo profondo le corde dell’emotività dei numerosi presenti. Credo sia impossibile rendere con le parole ciò che si vive nel teatro mentre la voce calda e pacata abbraccia i presenti con Sermone ai cuccioli della mia specie. Una Gualtieri infinitamente tenera e umile, illuminata da poche luci su una scena nuda, trasmette l’importanza dell’infanzia confidando nei bambini per la propria salvezza.
Bastano pochi passi indietro per restare nel buio e lasciare un momento per prendere fiato prima di dare spazio all’angoscia causata dall’incapacità di esprimersi in modo adeguato, all’insoddisfazione causata dall’utilizzo delle parole. Si attraversano i temi della natura e dell’amore, forze inesprimibili che trovano in Alcesti la possibilità di essere espresse con semplicità.
Forse il silenzio assoluto della platea al completo è proprio dovuto alla semplicità ed immediatezza con cui Mariangela Gualtieri riesce ad affrontare i temi a lei cari che permettono alle persone presenti di sentirsi in una intimità confidenziale e condivisa: c’è chi ascolta attentamente, chi non riesce a trattenere le lacrime e chi annuisce per esprimere assenso.
Prima di continuare verso la lunga poesia di ringraziamento ispirata a Borges “perché fa bene ringraziare” chiede con fare materno al pubblico se non siano stanchi, ma probabilmente non sa che la si ascolterebbe volentieri per una notte intera senza alcuna fatica. Perciò “io ringraziare desidero” di avere avuto l’opportunità di riscoprire l’estrema essenza della poesia attraverso la voce di Mariangela Gualtieri.
Roma, La Pelanda, 13 settembre 2014
Erika Morbelli
Le giovani parole
rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri
con la guida di Cesare Ronconi
cura del suono Luca Fusconi
organizzazione Elisa Bello
amministrazione Morena Cecchetti
produzione Teatro Valdoca
con il sostegno di Comune di Cesena/Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena