La vittoria di un “Attaccante nato”

Massimo Poggio è Stefano Borgonovo nella produzione TeatroDante Carlo Monni, presentata al Teatro di Rifredi.

«La malattia è una grandissima stronza! Io sono un attaccante, un attaccante nato». Un vero sportivo crede che ogni sfida della vita non sia altro che l’ennesima “gara” in cui dimostrare la propria determinazione a vincere, lo spirito da competizione e la capacità di affrontare con coraggio la fatica di uno sforzo fisico. Purtroppo accade che non tutte le partite abbiano le stesse regole di gioco e che uno dei due avversari sia, irrimediabilmente, in netto svantaggio rispetto all’altro. Lo spettacolo scritto e diretto da Andrea Bruno Savelli rende omaggio alla grande figura di Stefano Borgonovo, ma non soltanto all’abile calciatore di serie A, quanto piuttosto all’uomo che è stato sì giocatore di calcio, ma anche persona, padre e marito, fino alla fine dei suoi giorni.

attaccante nato3Un palcoscenico ricoperto di erba sintetica come un vero campo da calcio, un letto d’ospedale onnipresente che si è trasformato nel gioco scenico attraverso cui rievocare i flashback della vita, “Attaccante nato” è tutto quello che sta tra i due estremi della voglia di vivere al meglio e l’impossibilità di farlo. Massimo Poggio interpreta Stefano Borgonovo, il giocatore di Giussano che nel 2008 dichiara di essere affetto da una grave malattia. La grande avversaria contro cui combattere è la sclerosi laterale amiotrofica, più comunemente conosciuta come SLA, che non lascia scampo a chi decide di colpire. Non per questo si è trattato di uno spettacolo che, a due anni dalla scomparsa, vuole “posare” le corone di fiori sulla tomba del grande calciatore con gli occhi bagnati di pianto; l’esperienza si è concentrata piuttosto sull’immagine di un uomo che ha vissuto in pieno l’essenza della sua stessa vita, nonostante la tragica consapevolezza.

attaccante nato2L’inevitabile velo di malinconia che percorre silenzioso, come il morbo neurodegenerativo, tutta la rappresentazione, riguarda i brevi ma delicati frammenti di vita scelti per tracciare una molto originale biografia di questo personaggio nella già nota conoscenza dell’epilogo. Non si può non ricordare il grande Borgonovo senza conoscere lo Stefano che ha davvero amato il calcio, che ha provato, coi suoi goal, a conquistare la fiducia di noti allenatori e il cuore dell’amata Chantal, né tantomeno si può pensare a lui come allo sportivo per eccellenza, se prima non si coglie la forza autentica dei giorni passati fuori dal campo, ovvero nelle corsie d’ospedale. Il letto su cui aspetta lentamente “il fischio” di fine partita è il luogo in cui i ricordi tornano alla mente, anzi meglio il mezzo che permette di rivivere i tempi che «la stronza» ha per sempre “ammonito”.

La malattia infatti non viene mai pronunciata con il suo termine scientifico, o per lo meno il Borgonovo-Poggio continua a chiamarla solo col “nome proprio” di stronza, quindi disprezzandola ed insultandola come se si rivolgesse a un vero personaggio, l’antagonista della storia. A Poggio comunque va il merito di un’interpretazione che ha saputo davvero portare in palcoscenico il peso di una grande sofferenza, in un autentico anticlimax fisico per cui era difficile pensare che non stesse provando davvero le sensazioni di un concreto dolore soprattutto psicologico. Dietro il male di una fine annunciata che considera anche peggio «di qualcosa di brutto, di un tumore», c’è la tendenza oltre il bisogno di vivere sempre come un eterno ragazzo che si entusiasma, spera, ride ma soprattutto crede che possa comunque esistere anche per la vita, così come in campo, un tempo supplementare oltre i novanta minuti di partita.

“Attaccante nato” è una coraggiosa e molto ben riuscita messa in scena che merita di essere vista anche solo per arrivare a scoprire chi era e cosa fosse il grande Borgonovo. Mai scontato il contesto, mai trascurate le ragioni che permettono di seguire il filo logico della vicenda pur trattandosi di frammenti e semplici «replay di un passato», Savelli non ha voluto realizzare qualcosa di troppo tragico sebbene il drammatico background, piuttosto l’esempio di una storia di grande, anzi grandissima umanità.

Firenze – TEATRO DI RIFREDI, 19 novembre 2015

Laura Sciortino

ATTACCANTE NATOscritto e diretto da: Andrea Bruno Savelli; interpreti: Massimo Poggio, Caterina Carpinella, Vanessa De Feo, Massimo Grigò, Nicola Pecci, Andrea Bruno Savelli; dall’omonimo libro di: Stefano Borgonovo e Alessandro Alciato; una produzione: TeatroDante Carlo Monni di Campi Bisenzio.

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