“La retorica delle puttane”: la nuova sfida di Giorgio Gori
“Il mio ritorno al teatro drammatico riparte da qui”

Pronto al debutto con una doppia data, sabato 4 e domenica 5 marzo al Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, Giorgio Gori ci parla della sua nuova sfida, decisamente inconsueta.

“La retorica delle puttane” ti vede regista e attore contemporaneamente, in un testo che si discosta dal tuo percorso artistico. Che sfida è stata, e come ti aspetti che venga accolto da chi ti conosce sotto altre vesti?

Io amo ed ho sempre amato le sfide. Vengo dal teatro drammatico nonostante il mio percorso basato sulla comicità e varietà ed ho sempre ammirato questo tipo di testi da sfondo socio culturale. Sono un amante di Pasolini e Pirandello per cui non posso che accettare di essere regista e attore de “La retorica delle puttane”. Un testo che porta lo spettatore ad interrogarsi sulla vita e creare una propria realtà ed identità. Io mi aspetto che venga accolto positivamente il lavoro e sono felice di avere la possibilità di dimostrare che ognuno di noi, se studia e capisce la materia può togliersi l’etichetta che viene fornita, specialmente dagli addetti ai lavori.

Lo spettacolo ti vede in scena per tutto il tempo, tranne all’inizio e alla fine, completamente nudo. Come hai approcciato questa condizione, per te inedita?

Non è stato facile ma l’errore è pensare che io sia nudo in quel momento perchè appena si alza il sipario non sono Giorgio Gori bensì un uomo che affronta la sua verità nuda.

Il testo oscilla tra comicità surreale e tragedia, nel futuro immagini ulteriori sviluppi sul tema?

Io sono pronto alle sfide ed a crescere il mio bagaglio culturale, quindi vedremo cosa mi riserva il futuro. Sia chiaro che non lascio il varietà e il mio percorso su Walter Chiari e la mia storia teatrale, ma come ogni persona si matura e si affrontano nuove sfide come le affronterà Marco, il mio personaggio

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