La qualità paga sempre

Oggi ho avuto il grandissimo piacere di intervistare Michele Criscitiello. Giornalista e conduttore televisivo, Michele da anni si contraddistingue per una professionalità e una preparazione di altissimo livello. Insieme abbiamo ripercorso i passi salienti della sua brillante carriera dagli inizi nelle tv locali di Avellino fino all’approdo a Sportitalia.

Come nasce la sua passione per lo sport?

Nel 1999 avevo 16 anni e dopo aver praticato sport come calcio e basket (oltre al tennistavolo dove sono arrivato anche ad alti livelli) ho smesso con l’attività in campo e ho iniziato a scrivere per giornali locali di Avellino. Il primo articolo è stato sulla pallamano. La mia passione era però il calcio. Mi resi conto che la carta stampata non faceva al caso mio, invece con la televisione fu amore a prima vista. Ho iniziato a fare telecronache di terza categoria per una tv che si chiamava Prima TV. Commentavo la Real ferrovia, roba di basso livello. Non ero un bravo telecronista.

Andai a Telenostra, la tv più forte di Avellino, a condurre tg e trasmissioni. Lì iniziai ad avere successo e mi affidarono anche le telecronache di basket dell’Avellino che vinse il campionato di A2 e successivamente iniziai a fare anche le telecronache della A1. La mia carriera ebbe una svolta. Dapprima nel 2002 il ritorno a Prima TV, a condurre una trasmissione insieme a Pedullà, Gianfranco de Laurentiis e Fabrizio Maffei. Al contempo facevo anche il corrispondente da Avellino per Telecapri sport. Infine nel 2005 Bogarelli mi prese a fare lo stage a Milano a Sportitalia.

Ci racconti “il miracolo” Sportitalia che ogni giorno registra degli ascolti record.

Sportitalia ha successo perché fa una tv diversa, che non ha paragoni. Innanzitutto è in chiaro e tv sportive non a pagamento non esistono. Rai sport la paghiamo quindi non posso considerarla in chiaro. Non abbiamo vincoli, diciamo ciò che pensiamo e siamo sempre sul pezzo. Abbiamo avuto l’intelligenza di comprendere che i diritti top possono essere solo per chi si fa pagare e per questo motivo le tv in chiaro devono fare un servizio complementare. Il nostro punto di forza è che possono cambiare anche 15 giornalisti o 20 tecnici, ma Sportitalia resta sempre la stessa, perché lo zoccolo duro non cambia mai (n.d.r. Criscitiello, Pedullà, Longari, Ballarini).

Quale sarà quest’anno la squadra regina del mercato?

La Lazio! Sia per qualità che per quantità. Outsider ti indico la Fiorentina, che secondo me nei prossimi giorni prenderà un giocatore valido come Erik Lamela.

Che tipo di programma non sportivo le piacerebbe condurre?

Programma non sportivo che mi piacerebbe condurre? Le Iene!

In un lavoro come il suo quanto contano i rapporti umani e quanto la preparazione e lo studio?

La preparazione è tutto, al pari dei rapporti umani e degli agganci che ti crei durante il percorso lavorativo. In tv sembra che tutti mi odiano, ma nella vita reale sono spesso un valido alleato di presidenti, procuratori e club in generale.

La squadra di serie B rivelazione del prossimo campionato.

L’Alessandria.

Che consigli si sente di dare ad un giovane giornalista alle prime armi?

Per chi vuole fare questo mestiere il mio consiglio è di andare subito a fare esperienza nelle tv locali a titolo gratuito. Io dal 1998 al 2005 ho guadagnato zero e lavoravo diciotto ore al giorno. Dal 2005 al 2010 ho guadagnato 800-1000€ al mese!

 

Quando apro il giornale, leggo sempre le pagine dedicate allo sport. Vi si parla infatti delle imprese compiute da uomini e donne, e delle loro vittorie. Mentre la prima pagina parla, in genere, dei loro fallimenti.

(Earl Warren)

 

Valerio Molinaro

 

 

 

 

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